Sedici giorni di carcere da innocente. È il tempo trascorso da Pasquale Reillo, finito agli arresti nell’operazione Quinta Bolgia, che ha svelato infiltrazioni mafiose nell’Asp di Catanzaro.
Archiviata dal gip di Catanzaro la posizione di Reillo, difeso dagli avvocati Lucio Canzoniere e Roberto Battimelli, con il pubblico ministero che ha condiviso le posizioni della difesa che già in sede di riesame aveva ottenuto l’annullamento dell’ordinanza cautelare. ‘Reillo – raccontano i legali – aveva sofferto ben sedici giorni di carcere a novembre del 2018, sino al 29 novembre 2018 data in cui il Tribunale della Libertà di Catanzaro, in accoglimento della richiesta degli avvocati Canzoniere e Battimelli annullava l’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro. In sintesi il Pubblico Ministero ha fatto proprie le argomentazioni del Tribunale del Riesame che aveva sin da subito evidenziato come nessuna condotta del Reillo potesse essere qualificata quale consapevole contributo alla realizzazione del disegno criminoso della consorteria mediante l’imposizione dei servizi resi dall’impresa facendo ricorso a violenza o minaccia”. Reillo, proseguono gli avvocati difensori, é “persona incensurata e lontano da qualunque tematica di criminalità. E’ stata accertata la piena innocenza del Reillo da qualunque contestazione allo stesso addebitata”.
Archiviata dal gip di Catanzaro la posizione di Reillo, difeso dagli avvocati Lucio Canzoniere e Roberto Battimelli, con il pubblico ministero che ha condiviso le posizioni della difesa che già in sede di riesame aveva ottenuto l’annullamento dell’ordinanza cautelare. ‘Reillo – raccontano i legali – aveva sofferto ben sedici giorni di carcere a novembre del 2018, sino al 29 novembre 2018 data in cui il Tribunale della Libertà di Catanzaro, in accoglimento della richiesta degli avvocati Canzoniere e Battimelli annullava l’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro. In sintesi il Pubblico Ministero ha fatto proprie le argomentazioni del Tribunale del Riesame che aveva sin da subito evidenziato come nessuna condotta del Reillo potesse essere qualificata quale consapevole contributo alla realizzazione del disegno criminoso della consorteria mediante l’imposizione dei servizi resi dall’impresa facendo ricorso a violenza o minaccia”. Reillo, proseguono gli avvocati difensori, é “persona incensurata e lontano da qualunque tematica di criminalità. E’ stata accertata la piena innocenza del Reillo da qualunque contestazione allo stesso addebitata”.
Redazione Calabria 7