di Danilo Colacino – Editoria in crisi e gestioni non certo inappuntabili, un mix di ‘fattori letali’ che ha portato, soprattutto negli ultimi anni, anche grandi giornali – in particolare per quanto concerne il settore della carta stampata – a registrare uno stato assai pericoloso di predissesto se non addirittura di dissesto conclamato.
Situazioni in alcuni casi molto pesanti, sfociate nella cosiddetta solidarietà (un meccanismo interno per ridurre sensibilmente il monte stipendi dei dipendenti, i giornalisti of course), in qualche ‘sfoltita’ agli organici (talvolta pletorici per esigenze e fini non puramente professionali) e in un paio di vicende assai gravi addirittura alla chiusura definitiva.
Situazioni in alcuni casi molto pesanti, sfociate nella cosiddetta solidarietà (un meccanismo interno per ridurre sensibilmente il monte stipendi dei dipendenti, i giornalisti of course), in qualche ‘sfoltita’ agli organici (talvolta pletorici per esigenze e fini non puramente professionali) e in un paio di vicende assai gravi addirittura alla chiusura definitiva.
Comunque sia, spiace constatare che questo problema riguardi anche una storica testata attiva da decenni in Calabria – per la verità da un bel po’ di anni divenuta il Quotidiano del Sud, la cui direzione è stata affidata a un big del ruolo quale Roberto Napoletano (ex ‘capo’ di un Sole 24Ore, curiosamente però allora alle prese con guai di analogo tenore, seppur nel frattempo superati grazie a un editore del calibro di Confindustria) – di cui si è occupato giornalistitalia.it (il nome già dice tutto sull’ambito curato da questo sito d’informazione), parlando della ‘rivolta’ dei dipendenti – non pagati da mesi – da oggi in stato di agitazione e in sciopero della firma su delibera assembleare e del comitato di redazione. Fatto che, da appartenenti alla categoria, commentiamo con una nota di profonda amarezza, anche pensando ai diversi milioni di euro di contributi statali che potevano essere forse meglio impiegati, ad esempio pagando chi lavora.