“Atteggiamento ingiustificato e arbitrario quello attuato dall’Asp vibonese che, – come denuncia in una nota il direttivo dell’Avis provinciale di Vibo Valentia – da oltre 9 mesi, non corrisponde i dovuti rimborsi all’Avis provinciale per il sangue raccolto, come previsto dalla convenzione rinnovata a luglio scorso tra le varie dirigenze Asp e la presidente provinciale Caterina Forelli. Un problema non da poco, che influisce sulla programmazione delle raccolte, indispensabili e imprescindibili, di cui in provincia si occupa solo l’Avis, garantendo l’autosufficienza e le necessità. Un problema perché la raccolta ha un costo: personale medico e infermieristico; affitti e gestione sedi; gestione mezzi sanitari di raccolta e trasporto sangue ed emoderivati; materiale farmaceutico. Va da sé che la sede provinciale e le 15 comunali, coordinate della prima, devono dare fondo alle risorse di cassa. Dopodiché, se non si ottengono i rimborsi dovuti e necessari la macchina s’inceppa e la raccolta arranca, con le conseguenze che chi si trova ad avere bisogno di trasfusioni conosce bene. Purtroppo”.
Manca la firma di autorizzazione al pagamento
Manca la firma di autorizzazione al pagamento
“Due gli assurdi problemi riscontrati. In primis il processo di digitalizzazione attuato dall’Asp, che – ricorda il direttivo l’Avis provinciale di Vibo Valentia – prevede che per giungere al pagamento dei rimborsi ogni dirigente coinvolto debba apporre la firma di autorizzazione: sfortunatamente non tutti sanno utilizzare correttamente i mezzi informatici. In secondo luogo la prima firma, che ratifica quanto dichiarato da Avis sulle spese sostenute, deve essere apposta dal capo dipartimento servizi, che da circa un anno è in quiescenza: il nuovo, Angela Soriano, si rifiuta di firmare, perché, secondo quanto afferma, non sarebbe sua competenza. L’ufficio di segreteria dell’associazione ha inviato varie Pec e cercato di contattare tutti i livelli interessati, senza risposte concrete. Un solo dirigente aveva dimostrato attenzione e impegno ma frutti nulla. Il solito cane che si morde la coda, con un rimbalzo di responsabilità e competenze che da oltre 9 mesi sta esasperando l’Avis provinciale e, di riflesso, le comunali, che, come detto, finché possono fanno ricorso al fondo cassa, ma la situazione, già critica, a breve, diverrà insostenibile e le Avis saranno impossibilitate a svolgere il proprio compito. Chissà cosa ne pensano tutti quelli che hanno bisogno essenziale di sangue e che, grazie ad Avis, riescono a dare un senso concreto ad una vita che, altrimenti, sarebbe destinata a piegarsi al proprio destino”.