di Mirko Monterosso – “Ricchione, negro, frocio. Le dico io queste parole. Le parole non possono essere bruciate così come non si devono bruciare i libri. Chi ha iniziato a bruciare le parole, poi ha bruciato i libri e infine le persone. Questo gay-nazismo che c’è attualmente nella nostra società sta diventando un grande pericolo per l’umanità”. È quanto ha dichiarato il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, intervenendo alla trasmissione di Rete4 “Quarta Repubblica“.
“Mi hanno stuprato”
“Mi hanno stuprato”
Il presidente Spirlì è omosessuale dichiarato, fa notare il conduttore Porro: “Tu sei un omosessuale dichiarato, giusto? Immagino che non sia stato facile”. Spirlì ha confermato e raccontato la sua difficile storia. ” Le vere violenze – ha dichiarato – sono le botte che mi arrivano in testa o sulla schiena. Io sono vittima di stupro. A 25 anni sono stato stuprato e lasciato morire. Mi sono svegliato dopo 3 giorni di coma. Per ricostruire la mia vita ho impiegato 15 anni. La piaga della violenza io l’ho pagata quotidianamente. Mi offende il sentimento che viene messo dentro le parole, non le parole stesse”.
“Voglio morire libero”
Secondo Spirlì, nel confronto finale con Vladimir Luxuriacon, non si dovrebbe attaccare la satira dei comici poichè “non ci sarebbe nulla di offensivo”. “Pio e Amedeo hanno fatto un monologo molto simile al mio. Dove sono stato attaccato da tutta l’organizzazione arcobaleno. Eppure, per loro, sarei stato un omofobo. Io non voglio essere incatenato a nessuna categoria. Sono nato libero e voglio morire libero”.