Racket e usura, elargiti oltre 21 milioni di euro alle vittime

“Nel 2021 la crisi economica, alimentata sensibilmente dalla pandemia da Covid­, ha messo a rischio molti e consolidati progetti di vita"
Racket e usura

L’anno scorso il Comitato di solidarietà della struttura commissariale antiracket e antiusura ha deliberato la concessione di oltre 21 milioni e 462mila euro tra elargizioni (19,6 milioni) e mutui (1,8 milioni). 1.881 le posizioni esaminate, 855 per estorsione e 1.026 per usura-. Sono alcuni dei dati contenuti nella relazione annuale presentata oggi al Viminale – alla presenza del ministro Lamorgese – dal commissario straordinario di governo, prefetto Giovanna Cagliostro. La regione con più ristori è la Sicilia, seguita da Campania, Calabria e Puglia.

“Nel 2021 – si legge – la crisi economica, alimentata sensibilmente dalla pandemia da Covid­, purtroppo ancora in atto, ha messo a rischio molti e consolidati progetti di vita, incidendo pesantemente sul mondo imprenditoriale e colpendo anche attività commerciali e artigianali storiche. Nel contempo, la crisi ha consentito anche la nascita di nuove modalità imprenditoriali e l’implementazione di quelle già esistenti: si pensi, a titolo esemplificativo, al boom del settore dell’‘e­commerce’ e alla ristorazione ‘porta a porta’. Sono questi i modelli di impresa ai quali gli imprenditori hanno cercato di adeguarsi, spesso trovandosi anche in difficoltà per i relativi costi aziendali da sostenere”.

“Nel 2021 – si legge – la crisi economica, alimentata sensibilmente dalla pandemia da Covid­, purtroppo ancora in atto, ha messo a rischio molti e consolidati progetti di vita, incidendo pesantemente sul mondo imprenditoriale e colpendo anche attività commerciali e artigianali storiche. Nel contempo, la crisi ha consentito anche la nascita di nuove modalità imprenditoriali e l’implementazione di quelle già esistenti: si pensi, a titolo esemplificativo, al boom del settore dell’‘e­commerce’ e alla ristorazione ‘porta a porta’. Sono questi i modelli di impresa ai quali gli imprenditori hanno cercato di adeguarsi, spesso trovandosi anche in difficoltà per i relativi costi aziendali da sostenere”.

“Il risultato più tangibile”

La struttura commissariale ha reagito alla crisi “intensificando le proprie attività istituzionali” e “facendo fronte alle difficoltà logistiche dovute alle contingenze grazie ad un deciso incremento delle modalità di lavoro a distanza”. In particolare, “si è cercato di contrastare quel pervasivo controllo del territorio, alla base dell’estorsione e dell’usura, ‘reati presupposto’ della presenza della criminalità organizzata, che si riflettono negativamente sui dipendenti e le famiglie dei dipendenti delle imprese, anch’essi ­sia pure indirettamente ­colpiti dagli stessi fenomeni delinquenziali dei loro datori di lavoro”. “È il risultato più tangibile tra le iniziative che lo Stato mette in campo per sostenere e aiutare coloro che denunciano il racket – ha sottolineato Cagliostro -.

Anche nel 2021 si è confermato il trend negativo degli ultimi anni con un calo delle domande di accesso al Fondo. Poco più di 500 le istanze presentate. A fronte di ciò vengono erogate somme sempre più alte e indennizzi cospicui a riprova della attenzione che lo Stato riserva a chi ha il coraggio di scendere in campo e denunciare”.

Massima l’attenzione al territorio e la collaborazione con le prefetture con le quali la struttura commissariale sta costruendo una nuova piattaforma informatica capace di rendere più efficiente e veloce l’istruttoria delle istanze. “Abbiamo lavorato – ha concluso Cagliostro – in stretto contatto con le prefetture, gli istituti di formazione, la società civile: le associazioni di categoria, in primis, e poi le scuole di formazione e l’Università. Questo per diffondere massimamente la conoscenza del Fondo e sensibilizzare i cittadini alla cultura della legalità. In questo senso va anche la campagna di informazione ‘Chi sceglie trova lo Stato”, ideata con la presidenza del consiglio dei ministri dipartimento per l’Editoria e mandata in onda sulle tv nazionali”.

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