Con il Recovery Plan “il Sud ha un’occasione storica. A disposizione del Mezzogiorno ci saranno 82 miliardi circa, a cui si aggiungono 8,4 miliardi del programma React Eu e i fondi strutturali europei che ammontano a 54 miliardi per il Sud. La legalità è un presupposto essenziale perché il Recovery sia efficace: la vigilanza e il controllo saranno altissimi. Una ripresa senza legalità non è ripresa; il monitoraggio sarà ancora più stringente che in passato”. Così la ministra per il sud e la coesione territoriale Mara Carfagna nel suo intervento alla conferenza stampa in streaming sulla pagina Facebook dell’Associazione stampa estera in Italia.
Dalle infrastrutture all’ecologia
Dalle infrastrutture all’ecologia
“Il Sud intercetta partite importanti: transizione digitale, transizione ecologica, le infrastrutture. Porteremo l’alta velocità ovunque. E poi c’è la partita della portualità perché il Sud rappresenta la base logistica dell’Italia, dell’Europa nel Mediterraneo e deve essere messo in condizione di intercettare i traffici non solo turistici ma anche commerciali. Per fare questo ha bisogno di un sistema portuale all’altezza delle sfide: investiamo oltre un miliardo per potenziare e ammodernare i porti del mezzogiorno e 650 milioni per rafforzare le zone economiche speciali che insistono nelle aree portuali. Accanto all’infrastrutturazione delle zes – aggiunge la ministra – ci sarà una riforma della governance delle zes che permetterà a queste zone di avere un commissario di governo con pieni poteri che sarà l’unico intelocutore istituzionale con cui si confronterà chi vuole investire. Previste inoltre procedure semplificate e un credito d’imposta di 100 milioni d’euro esteso anche ai beni immobili strumentali. Questi interventi permetteranno al Sud di crescere e accogliere la sfida della sostenibilità. L’impatto economico stimato vede una crescita del sud di 24 punti percentuali, rispetto a una media nazionale di 15, con maggiore occupazione femminile (5.5 punti percentuali) e giovanile (4 punti percentuali)”.
Il ponte sullo stretto
Per la ministra per il Sud Mara Carfagna il Ponte sullo Stretto è “una priorità per il Sud perché consente di spezzare l’isolamento”. “Questo governo non ha alcun pregiudizio nei confronti della costruzione del ponte. Esclusa l’ipotesi di un collegamento subacqueo, in piedi ci sono due ipotesi di ponte a una campata o più campate. Dobbiamo capire quale delle due soluzioni possa essere migliore anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale. La relazione del ministro Giovannini è all’esame del Parlamento. Auspichiamo – ha sottolineato – che una decisione possa essere presa presto. Nel caso del ponte a una campata l’attuale progetto andrebbe adeguato e passerebbero circa 6-7 mesi. Se invece si dovesse optare per la soluzione del ponte a più campate, più sostenibile da un punto di vista ambientale, servirebbe più tempo, all’incirca un anno o un anno e mezzo”, ha concluso.