Recovery, Wanda Ferro: “Nel Pnrr una beffa per il Sud”

La deputata  di Fratelli d’Italia ha presentato un'interrogazione ai ministri dell’Economia, per il Sud e per gli Affari regionali
reddito di cittadinanza

Quanti sono i fondi del Pnrr destinati al Sud e quante risorse, tra quelle allocate nei territori del Mezzogiorno, sono destinati a finanziare nuovi progetti? E’ quanto chiede, con una interrogazione ai ministri dell’Economia, per il Sud e per gli Affari regionali, La deputata  di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, anche a seguito della manifestazione a Roma dei sindaci del Mezzogiorno contro quella che è stata definita “la beffa del Pnrr”.

“Emerge infatti – dice Ferro – che gli 82 miliardi inizialmente destinati al Sud non esistono. L’unico dato certo è che le risorse sicuramente allocate al Sud sono 22 e non 82 miliardi, cioè il 10 per cento del totale, a cui potrebbero aggiungersi, leggendo attentamente tra le righe delle Missioni e linee progettuali, altri 13 miliardi, con la precisazione, peraltro, di non poco conto, che solo in parte i 35 miliardi stimati sono destinati a finanziare nuovi interventi. Se questi dati saranno confermati – sostiene Ferro –  le stime di crescita del Sud sono, ad oggi, solamente ipotesi e promesse politiche”.

“Emerge infatti – dice Ferro – che gli 82 miliardi inizialmente destinati al Sud non esistono. L’unico dato certo è che le risorse sicuramente allocate al Sud sono 22 e non 82 miliardi, cioè il 10 per cento del totale, a cui potrebbero aggiungersi, leggendo attentamente tra le righe delle Missioni e linee progettuali, altri 13 miliardi, con la precisazione, peraltro, di non poco conto, che solo in parte i 35 miliardi stimati sono destinati a finanziare nuovi interventi. Se questi dati saranno confermati – sostiene Ferro –  le stime di crescita del Sud sono, ad oggi, solamente ipotesi e promesse politiche”.

Secondo Ferro “mancano indicazioni precise con riferimento alle misure per il rafforzamento del sistema produttivo; sono previsti 19 miliardi per la Transizione 4.0, ma solo un generico orientamento agli incentivi verso il Sud, dai contratti di filiera all’agroalimentare, agli accordi per l’innovazione; né è previsto uno specifico impegno di riequilibrio territoriale per gli interventi nei grandi servizi pubblici, terreno in cui persiste ancora un enorme divario tra Nord e Sud Italia; e ancora, il Pnrr ha opportunamente previsto l’allocazione di 4,6 miliardi di euro per gli asili nido, ma inspiegabilmente non riporta alcuna indicazione su dove saranno aperti e dove mancano. Le risorse per il Sud non sono quindi garantite, ma saranno l’esito di gare fra amministrazioni. L’esito dell’allocazione dipenderà da un vasto e complesso insieme di provvedimenti normativi e, per consentire ai Comuni del Mezzogiorno di partecipare ad armi pari, sarebbe indispensabile uno straordinario e immediato rafforzamento della capacità amministrativa degli enti, soprattutto al Sud. Il Pnrr – continua – rappresenta un’occasione decisiva per il rilancio del Sud Italia, ma tutto dipenderà da come il Governo gestirà la partita, e ad oggi esiste il concreto pericolo che gli investimenti al Sud siano molti meno dei promessi 80 miliardi”.  Ferro, infine, chiede al governo “se non ritenga necessario attuare, anche attraverso l’attivazione di un tavolo istituzionale con i sindaci dei Comuni del Mezzogiorno, una completa ricognizione dei fabbisogni e delle necessità dei Comuni interessati, al fine di colmare il divario tra Nord e Sud Italia”

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