Reddito di cittadinanza a esponenti della ‘ndrangheta, Ferro: “Rafforzare i controlli a monte”

"E’ inconcepibile che il reddito di cittadinanza venga erogato a soggetti sottoposti a misure cautelari personali o condannati per reati particolarmente gravi"
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“Il governo Draghi ha aumentato di un miliardo le risorse per il reddito di cittadinanza, ma ancora senza prevedere strumenti per evitare che tutti questi soldi, anziché andare a chi ha realmente bisogno, finiscano nelle bacinelle della criminalità”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della commissione parlamentare antimafia, commentando la nuova inchiesta coordinata dalla procura di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Camillo Falvo, e condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, che ha consentito di denunciare 17 persone per l’indebita percezione del sussidio. “Tra i percettori del reddito di cittadinanza – continua Ferro – risultano anche quattro esponenti delle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia ‘Rinascita-Scott’. Si tratta di Antonino Barbieri, cognato del boss di Zungri, Giuseppe Accorinti, e fratello di Francesco Barbieri, ritenuto dagli inquirenti al vertice della ‘ndrina di Cessaniti, di Antonino Lo Bianco e Sergio Gentile, ritenuti contigui al clan Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, e di Gaetano Loschiavo, ritenuto affiliato al clan Bonavota. E’ inconcepibile che il reddito di cittadinanza venga erogato a soggetti sottoposti a misure cautelari personali o condannati per reati particolarmente gravi, come associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina, spaccio di droga e detenzione di armi. Noi di Fratelli d’Italia chiediamo di rafforzare i controlli prima dell’erogazione del sussidio, anziché costringere le forze dell’ordine e la magistratura a più onerose e costose attività investigative per individuare i responsabili e tentare di recuperare il maltolto”.

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