Una regione molto fragile dal punto di vista economico, che paga un prezzo altissimo sia per l’emergenza sanitaria che per quel che riguarda la guerra in Ucraina. È quanto emerge dal rapporto di Banca d’Italia sullo stato dell’economia calabrese (LEGGI QUI). E se è vero che vi sono dei segnali di timido ottimismo, ad esempio legati alla risalita del fatturato delle imprese, all’aumento delle posizioni di lavoro dipendente e – ancora – alla forte forza espansiva del mercato del turismo e della grande infrastruttura del porto di Gioia Tauro, è altrettanto vero che il rapporto Bankitalia segna una grave sofferenza sul fronte delle entrate delle famiglie e della capacità di spesa delle famiglie.
Nello scorso mese di dicembre, ad esempio, le famiglie percettrici del Reddito o della Pensione di cittadinanza erano in Calabria quasi 89.000, in aumento del 9,6% rispetto a un anno prima e pari all’11% dei nuclei familiari residenti nella regione. L’importo medio mensile ottenuto dai nuclei beneficiari del reddito nella regione a è risultato pari a 564 euro un dato lievemente inferiore alla media nazionale (di 577 euro). Un vero e proprio boom, basti pensare che un anno prima le famiglie destinatarie erano poco meno di 58mila e circa 200mila le singole persone.
Nello scorso mese di dicembre, ad esempio, le famiglie percettrici del Reddito o della Pensione di cittadinanza erano in Calabria quasi 89.000, in aumento del 9,6% rispetto a un anno prima e pari all’11% dei nuclei familiari residenti nella regione. L’importo medio mensile ottenuto dai nuclei beneficiari del reddito nella regione a è risultato pari a 564 euro un dato lievemente inferiore alla media nazionale (di 577 euro). Un vero e proprio boom, basti pensare che un anno prima le famiglie destinatarie erano poco meno di 58mila e circa 200mila le singole persone.
Alla fine del 2021 era ormai cessata l’erogazione del Reddito di emergenza (Rem), una misura di sostegno di natura temporanea, le cui ultime quattro mensilità (delle sette del 2021) sono state corrisposte a partire da giugno a circa 45.000 nuclei, pari al 5,6 per cento delle famiglie residenti in regione.