Vittoria roboante del Sì. Il 69,64% degli italiani ha espresso parere favorevole al taglio dei parlamentari, contro il restante 30,36%. Se si considera la geografia del voto, le Regioni con la più alta percentuale di Sì sono proprio quelle del Sud: in Calabria (vedasi foto in evidenza) abbiamo addirittura il 77,53% dei Sì e appena il 22,47% dei No, a differenza del Friuli Venezia Giulia dove il Sì ha ottenuto il risultato regionale più basso d’Italia (59,57%) e il No la miglior affermazione (40,43%). All’interno della Calabria, spiccano l’81,94% di Sì nella provincia di Crotone e l’80,92% nella provincia di Cosenza. Di seguito, i dati completi:
Provincia di Catanzaro – Sì 78,68%; No 21,32 %
Provincia di Catanzaro – Sì 78,68%; No 21,32 %
Provincia di Cosenza – Sì 80,92%; No 19,08%
Provincia di Crotone – Sì 81,94%; No 18,06%
Provincia di Reggio Calabria – Sì 70,96%; No 29,04%
Provincia di Vibo Valentia – Sì 79,22%; No 20,78%
I deputati complessivi, ora 630, saranno 400. Viene ridotto anche il numero degli eletti all’estero: si passa dagli attuali 12 a un massimo di 8. A seguito della modifica costituzionale cambia anche il numero medio di abitanti per ciascun parlamentare eletto: per la Camera dei deputati, tale rapporto aumenta da 96.006 a 151.210. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per 392 e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei piu’ alti resti.
I senatori passano dagli attuali 315 a un totale di 200. Viene modificato anche il numero degli eletti all’estero, che passano da 6 a 4. Il numero medio di abitanti per ciascun senatore cresce, a sua volta, da 188.424 a 302.420. Al momento la Carta stabilisce che “nessuna Regione puo’ avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due; la Valle d’Aosta uno”. La riforma individua un numero minimo di tre senatori per Regione o Provincia autonoma, lasciando immutata la previsione vigente dell’articolo 57, terzo comma della Costituzione, relativo alle rappresentanze del Molise (2 senatori) e della Valle d’Aosta (1 senatore). Viene pero’ previsto, per la prima volta, un numero minimo di seggi senatoriali riferito alle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Senatori a vita
La riforma modifica anche l’articolo 59 della Costituzione, prevedendo espressamente che il numero massimo di senatori a vita non puo’ essere superiore a 5. Recita l’articolo modificato: “Il Presidente della Repubblica puo’ nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non puo’ in alcun caso essere superiore a cinque”.
Entrata in vigore
La riduzione dei parlamentari, dispone la riforma, ha effetto dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della legge costituzionale e, comunque, non prima che siano decorsi sessanta giorni. La previsione del termine di sessanta giorni e’ volta a “consentire l’adozione del decreto legislativo in materia di rideterminazione dei collegi elettorali”, che attualmente sono cosi’ suddivisi: per la Camera dei deputati sono 232 collegi uninominali e 63 collegi plurinominali; per il Senato 116 collegi uninominali e 33 collegi plurinominali.
In Calabria
I deputati calabresi, nella prossima legislatura, passeranno da 20 a 13 (-35%), mentre al Senato il taglio riguarderà 4 degli attuali 10 seggi (-40%): complessivamente ci saranno ben 11 parlamentari in meno.
Redazione Calabria 7