Un fallimento totale. E’ questo l’epilogo del referendum sulla giustizia al termine di una domenica nel corso della quale la maggior parte degli italiani ha preferito il mare alle urne. Ai seggi per votare i cinque quesiti referendari è infatti andato meno del 15% degli aventi diritto al voto. Un flop che si è materializzato nel corso della giornata fino a certificare il mancato raggiungimento del quorum alle 23 in punto, orario di chiusura dei seggi. Secondo i primi exit poll avrebbero votato meno del 23% degli aventi diritto, quindi una soglia che non è nemmeno la metà di quella necessaria per conferire validità alla consultazione, che è il 50% più uno degli elettori potenziali. Gli exit poll forniti da Opinio per la Rai dà una forbice di elettorato che è andato alle urne compreso tra il 19% e il 23%.
L’AFFLUENZA IN ITALIA IN TEMPO REALE
Per quanto riguarda il primo quesito (quello sull’abolizione della Legge Severino), gli exit poll registrerebbero la vittoria del si con una percentuale tra il 52 e il 56% mentre il no sarebbe tra il 44 e il 48%. Il quesito sulla limitazione della custodia cautelare: si al 54-58% e no al 42-46%. Meno equilibrio negli altri quesiti referendari. Sulla separazione della carriere il si è dato al 67-71% mentre il no al 29-33%. Stessi numeri per la valutazione dei membri laici sull’operato dei magistrati: si tra il 67 e il 71% mentre il no tra il 29 e il 33%. L’abolizione della raccolta firme per l’elezione al Csm, ovvero il quinto quesito: si al 66-70% e il no 30-34%. Tutto vano visto il mancato raggiungimento del quorum.