Reggio, 16 gli aspiranti sindaci. Tortorella (Patto civico) pronta a ritirarsi se…

maria laura tortorella aspirante sindaco di reggio calabria

A Reggio Calabria, in vista del voto del 20 e 21 settembre i potenziali candidati alla sindacatura almeno sulla carta sono ormai diventati 16 (l’uscente Giuseppe Falcomatà, il candidato del centrodestra tuttora in definizione, Fabio Foti per Cinquestelle, Enzo Vacalebre per Alleanza calabrese, Pino Siclari per il Partito comunista dei lavoratori e poi in ordine alfabetico i “civici” Giuseppe Bombino, Andrea Cuzzocrea, Klaus Davi, Pino Falduto, Eduardo Lamberti-Castronuovo, Nino Liotta, Angela Marcianò, Pietro Marra, Saverio Pazzano, Fabio Putortì, Maria Laura Tortorella).

PATTO CIVICO

PATTO CIVICO

Del centrodestra strutturato ci occuperemo a parte. Quanto ai “civici”, a gettare il sasso nello stagno ci ha pensato la funzionaria prefettizia Maria Laura Tortorella, da mesi in campo quale aspirante alla fascia tricolore per il Laboratorio politico “Patto civico”.
In un’articolata nota, la Tortorella fa sapere d’essere pronta a ritirarsi, se anche tutti gli altri soggetti civici lasceranno il campo a una candidatura comune unitaria; un’ipotesi peraltro già ventilata nell’incontro del 4 luglio a “Ecolandia” tra Patto civico e La strada (movimento che schiera, fin qui almeno, il movimentista e scrittore Saverio Pazzano per la “scalata” a Palazzo San Giorgio).

GRACILE TOURBILLON

Chiaro, anche Patto civico – così come, naturalmente solo a parole…, tutti – afferma d’essere ben disposto a «condividere un cammino comune per la città». Però la fotografia che si potrebbe scattare è quello di una politica oggi debolissima – basti pensare che il centrodestra non ha ancòra ufficializzato un candidato quando manca un mese esatto alla scadenza del termine per il deposito delle liste – e di un civismo ancor più gracile, stroncato dal velleitarismo al punto da generare una congerie di candidati, in quasi tutti i casi destinati a non entrare neppure in Consiglio comunale.

Ormai pubblicato però il decreto d’indizione delle Amministrative, la Tortorella ribadisce «la mia convinta disponibilità al ritiro della candidatura per facilitare la creazione di un Polo civico guidato da un candidato sindaco di sintesi, su cui confluire insieme alle altre forze alternative impegnate in favore della ricostruzione della città». A scanso d’equivoci, evidenzia un passaggio però che l’identikit del “perfetto candidato” traccia il profilo di «una persona di Reggio»: non dunque Klaus Davi, che invece da più parti e anche da qualche testata giornalistica è stato indicato come il soggetto più adatto proprio perché estranee a beghe (non solo) politiche locali. Una persona «che conosca la realtà sociale ed economica della città»: alcuni dei profili emersi in questi mesi si paleserebbero dunque palesemente inidonei. Una persona che «sia in grado di costituire una guida condivisa»: non quindi Lamberti-Castronuovo o Bombino, troppo identificabili in soggetti organici al centrodestra (Lamberti è consigliere metropolitano di Forza Italia vicinissimo al deputato azzurro Ciccio Cannizzaro, Bombino fu voluto da Peppe Scopelliti alla guida dell’Ente nazionale Parco d’Aspromonte e fin qui gli unici a supportarne l’eventuale “corsa” solitaria sono per l’appunto i post-scopellitiani del Movimento nazionale per la sovranità) né tantomeno Saverio Pazzano (da sempre alfiere della Sinistra più radicale, con un elettorato omogeneo a questo Dna) o Andrea Cuzzocrea (già presidente di Confindustria Reggio Calabria e difficilmente ipotizzabile come candidato unitario da proporre anche alla folta classe lavoratrice).

NON SOLO URNE…

L’ “asticella” delle difficoltà s’innalza ancor di più, visto che la Tortorella pensa a un Polo civico che rappresenti «uno spazio politico e non solo elettorale», dunque strategico e non tattico, legato alle sole Amministrative per poi tornare a sciogliersi e ognuno per la sua strada, come tante volte accaduto in passato (fulgido esempio, a Sinistra, “L’altra Europa per Tsipras”, contenitore inceneritosi un minuto dopo le Europee del 2014).
Valori-chiave enucleati: giustizia sociale, solidarietà, legalità, cittadinanza attiva, coesione.

NOME “NUOVO”

Al di là delle schermaglie di parole sul «bipolarismo in cui il Pd, pur di fronte a una gestione discutibile, ha scelto la continuità» mentre «la Destra storica ha affidato la coalizione alla Lega», o dell’impegno «a dar conto a tutti i cittadini di Reggio degli sviluppi di tale proposta», il nodo che si staglia è l’estrema difficoltà dell’unificazione pur generosamente proposta ai competitor di taglio civico «come quando, nel dilemma del re Salomone per il figlio conteso da due madri, la vera rinunciò al proprio figlio per salvarlo. E il suo amore fu riconosciuto».
Anche perché da una dozzina di minicoalizioni quasi sempre fragilissime se non inesistenti si tratterebbe d’ “annacquare” le proprie rispettive identità, culturali prima che politiche, in liste vere e competitive che non offrirebbero più alcun “ombrello”, alcuna garanzia di primeggiare in termini di preferenze al presunto leader di turno.
Pare chiaro quindi che l’«unico rappresentante» da individuare debba incarnarsi in un nome del tutto nuovo rispetto a quelli circolanti fin qui, e ovviamente munito di tutti i requisiti già citati e altri ancòra.

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