Potrebbe essere stata, di fatto, la prima uscita da candidato sindaco del centrodestra l’apparizione webtelevisiva (su TgCom24) dell’avvocato Paolo Zagami, docente di Diritto commerciale localmente meglio noto per i trascorsi montiani con Scelta civica e, più di recente, per il varo del movimento Reggio Viva.
Nel corso della trasmissione “Fatti e misfatti” condotta da Paolo Liguori, con ospite il giornalista e massmediologo Klaus Davi (già candidato sindaco a San Luca), prendendo spunto da recenti episodi criminosi e dalle “ricette” che il governo Conte sta tirando fuori per ridare fiato al Paese nel post-lockdown, pur ammettendo che il “piano Colao” è «certamente condivisibile», ha obiettato che le proposte in concreto però «non sono originali, non possono essere sostenute a livello finanziario e, sopratutto, non tengono conto delle realtà criminali». In particolare, «in 121 pagine non ho trovato alcun riferimento a quella che è l’azienda privata più importante del Paese, vale a dire la ‘ndrangheta, che secondo alcune stime ha un fatturato di circa 55 miliardi di euro all’anno».
Nel corso della trasmissione “Fatti e misfatti” condotta da Paolo Liguori, con ospite il giornalista e massmediologo Klaus Davi (già candidato sindaco a San Luca), prendendo spunto da recenti episodi criminosi e dalle “ricette” che il governo Conte sta tirando fuori per ridare fiato al Paese nel post-lockdown, pur ammettendo che il “piano Colao” è «certamente condivisibile», ha obiettato che le proposte in concreto però «non sono originali, non possono essere sostenute a livello finanziario e, sopratutto, non tengono conto delle realtà criminali». In particolare, «in 121 pagine non ho trovato alcun riferimento a quella che è l’azienda privata più importante del Paese, vale a dire la ‘ndrangheta, che secondo alcune stime ha un fatturato di circa 55 miliardi di euro all’anno».
Nessun’esternazione, invece, sull’esplosione di un’inchiesta come “Helios”, che in qualche modo chiama in causa sotto il profilo etico, prima che giudiziario, chi fin qui ha amministrato la cosa pubblica.
Con buona pace di Adam Smith, dalle parti dello Stretto il liberismo rincula: secondo Zagami, su posizioni moderate nell’orbita del centrodestra, «lo Stato dev’essere più presente del solito». Una spinta per la pubblicizzazione dell’economia motivata dalla validità che rivestirebbe «l’equazione “tanto meno Stato, quanto più criminalità» e poi per una valutazione economica “eterna”: «Una realtà imprenditoriale sana, che già deve sopportare il normale rischio d’impresa, non investe nei territori in cui dovrà farsi carico anche di pressioni esterne».