Nei giorni scorsi, il sindaco di Reggio Calabria Italo Falcomatà l’aveva detto: se la Regione non si muove, ci libereremo da soli dalla morsa dei rifiuti per le strade e dai rischi che comportano per la salute dei cittadini.
L’inerzia dell’Ente regionale è proseguita, visto che l’unica prescrizione seria riguarda i lavori per rendere operativa la discarica di Melicuccà, nella Piana di Gioia Tauro; operazione non certo a breve termine.
L’inerzia dell’Ente regionale è proseguita, visto che l’unica prescrizione seria riguarda i lavori per rendere operativa la discarica di Melicuccà, nella Piana di Gioia Tauro; operazione non certo a breve termine.
Piano B
Così, il Comune ha ritenuto di attuare quello che in queste ore viene denominato “piano B”: le 3mila tonnellate di scarti che attualmente creano enormi discariche a cielo aperto in molti angoli di Reggio verranno prelevate, chiusi in ecoballe e poi stoccate in un piazzale e in un capannone oggi adibito a deposito, situati nella parte retrostante all’impianto di servizio di Sambatello, con la “benedizione” dell’Arpacal e dell’Asp reggina.
Come evidenzia l’ordinanza appena varata, alla luce delle decisioni adottate dalla “task force” allestita in tema di rifiuti composta da Falcomatà, dal suo vice Armando Neri e dal consigliere comunale Rocco Albanese, il tutto sarà possibile nel giro di una ventina di giorni grazie a una pressatrice-filmatrice mobile: capacità, 150 tonnellate/giorno.
Una soluzione a costo zero «che rappresenta pure una sperimentazione per il futuro», dicono gli amministratori reggini. Che intanto sperano in questo modo di “liberare” la città nel giro di poche settimane.