di Mario Meliadò – Nel contesto del Consiglio comunale di Reggio Calabria che torna a riunirsi domani, tra i punti in discussione più gioiosi di sempre c’è un gemellaggio culturale di quelli che uno si sorprende a pensare: “Ma perché nessuno ci ha mai pensato prima?”.
Proprio la promozione dello studio della figura di Frangipane («primo e illuminato studioso» dei magnifici lavori di Mattia Preti) e del patrimonio d’arte moderna della Calabria (intendendovisi quella compresa tra il XVI e il XX secolo, vi rientra appieno il fulgido operato di Preti) rientrano infatti nel percorso conoscitivo che si prefigge AiParc, che nel 2019 ha anche realizzato una serie d’iniziative – incluso un viaggio a Malta per un approfondimento sulla produzione artistica di Mattia Preti e un omaggio alle sue spoglie custodite a La Valletta, nella co-Cattedrale di San Giovanni – finalizzate a un avvicinamento al risultato ambìto.
«E non è senza significato – si evidenzia nella proposta di delibera – che sia stato proprio Alfonso Frangipane a segnalare “lo stato d’abbandono e di degrado dei monumenti di Taverna e delle tele pretiane” già nel 1907», nel contesto dello studio Fra le ruine dell’arte nostra pubblicato su Calabria Nuova, il suo aver fondato a Reggio Calabria la società “Mattia Preti” (1922) e aver fondato nella città dello Stretto la Scuola d’Arte intitolata allo stesso Preti.
In più, benché quasi novantenne, Frangipane si recò a Malta partecipando coi Cavalieri Gerosolimitani alla riesumazione della salma di Mattia Preti, «portando con sé una bella e austera urna di quercia silana, disegnata dall’architetto Albanese e realizzata dagli allievi dell’Istituto d’Arte “Mattia Preti” di Reggio Calabria», mentre Taverna ricambiò tanta attenzione intitolando ad Alfonso Frangipane – peraltro catanzarese, trasferitosi a Reggio giusto nel 1908, l’anno del terrificante terremoto che distrusse la città – una via e dedicandogli una sala del Museo Civico.
Di qui il convincimento «che sussistano le condizioni formali e sostanziali» per procedere al formale gemellaggio tra le due città, «unite idealmente dalle personalità di Mattia Preti e Alfonso Frangipane, uomini e storie di cultura», il quale preveda iniziative e scambi volti a «favorire il senso d’amicizia e collaborazione tra le rispettive Comunità, promuovere iniziative di scambio e collaborazione su ogni aspetto della vita sociale e culturale dei Comuni, sostenere lo scambio d’esperienze anche tramite l’organizzazione di feste, manifestazioni, attività culturali e ricreative, organizzare scambi fra le istituzioni scolastiche e le realtà associative delle rispettive Comunità, favorire scambi di natura turistico-culturale ed economico-professionale, favorire scambi tra associazioni culturali e del volontariato per la realizzazione d’incontri musicali, rappresentazioni teatrali, mostre d’arte, conferenze e convegni al fine di favorire la presa di coscienza del contrasto culturale che caratterizza le diverse realtà sociali e promuovere il processo d’integrazione europea».
In questa direzione, è però necessaria la sottoscrizione di un Accordo di cooperazione che impegni entrambi i Comuni; una volta deliberato il gemellaggio tra Reggio Calabria e Taverna, con un apposito e solenne Giuramento di fraternità «da tenersi alla presenza di rappresentanti della Municipalità di Taverna». Tra le sezioni del documento relativo al gemellaggio, «una sezione concernente l’impegno da parte delle parti a sostenere spese per il sostegno delle attività necessarie», compatibile con le disponibilità di bilancio.
Sarà inoltre formalmente costituito un Comitato per il gemellaggio «aperto a ogni contributo e sensibilità», in cui saranno presenti esponenti dell’Amministrazione comunale, ma pure «soggetti rappresentativi della comunità locale e in particolare dei settori associativi, scolastici, professionali ed economici al fine di realizzare un effettivo coinvolgimento della cittadinanza»: tra i suoi compiti, l’«individuazione dei nuovi partner» per gemellaggi ulteriori e «della realizzazione pratica delle azioni utili ad alimentare i gemellaggi stessi».