Regionali, Cisl: “Lavorare su fragilità tessuto sociale”

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«Per guardare avanti, nella nostra regione la politica deve ripartire dalle situazioni di disagio in cui si evidenzia in maniera inequivocabile la fragilità del tessuto sociale». Lo afferma il segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo.

«Nell’imminenza delle elezioni regionali – prosegue – non vogliamo rivolgere un appello generico e di rito ai candidati, ma partire realisticamente da alcuni tra i dati frutto dell’analisi territoriale che periodicamente, sulla base di diversi indicatori, l’osservatorio Barometro Cisl ci fornisce: nel dicembre 2019 si registra, infatti, in relazione al benessere/disagio delle famiglie, un preoccupante arretramento della Calabria che ritroviamo all’ultimo posto tra le regioni italiane. In ambiti particolarmente significativi e decisivi in tema di sviluppo – prosegue il segretario generale di Cisl Calabria – la nostra regione è ultima per quanto riguarda il lavoro, ultima per la coesione sociale, penultima (prima della Sicilia) per l’istruzione. Ci sono dati che il dibattito politico non può ignorare: ad esempio, il numero elevato dei neet (i giovani che non studiano né lavorano né seguono una formazione professionale) e il fatto che il 33% di essi (età 15-24 anni) abbia solo la licenza media (dato in crescita rispetto al 2018), rivelano una crisi di motivazione e di speranza che costituiscono uno degli aspetti più drammatici dell’esistenza delle nuove generazioni e delle loro famiglie. Sul versante lavoro, si registra un tasso di occupazione al 40%, in cui l’incidenza del part time (spesso solo sulla carta) è la più elevata in Italia (20%). Inoltre, la nostra regione è prima per i lavoratori dipendenti con reddito troppo basso (il 21% ha una paga inferiore ai 2/3 della media)”

«Nell’imminenza delle elezioni regionali – prosegue – non vogliamo rivolgere un appello generico e di rito ai candidati, ma partire realisticamente da alcuni tra i dati frutto dell’analisi territoriale che periodicamente, sulla base di diversi indicatori, l’osservatorio Barometro Cisl ci fornisce: nel dicembre 2019 si registra, infatti, in relazione al benessere/disagio delle famiglie, un preoccupante arretramento della Calabria che ritroviamo all’ultimo posto tra le regioni italiane. In ambiti particolarmente significativi e decisivi in tema di sviluppo – prosegue il segretario generale di Cisl Calabria – la nostra regione è ultima per quanto riguarda il lavoro, ultima per la coesione sociale, penultima (prima della Sicilia) per l’istruzione. Ci sono dati che il dibattito politico non può ignorare: ad esempio, il numero elevato dei neet (i giovani che non studiano né lavorano né seguono una formazione professionale) e il fatto che il 33% di essi (età 15-24 anni) abbia solo la licenza media (dato in crescita rispetto al 2018), rivelano una crisi di motivazione e di speranza che costituiscono uno degli aspetti più drammatici dell’esistenza delle nuove generazioni e delle loro famiglie. Sul versante lavoro, si registra un tasso di occupazione al 40%, in cui l’incidenza del part time (spesso solo sulla carta) è la più elevata in Italia (20%). Inoltre, la nostra regione è prima per i lavoratori dipendenti con reddito troppo basso (il 21% ha una paga inferiore ai 2/3 della media)”

“Non si possono chiudere gli occhi – continua Tonino Russo – sul fatto che i disoccupati “di lunga durata” (cioè da più di dodici mesi) in Calabria siano il 68% né che, dopo qualche anno di andamento positivo, nel 2019 vediamo nuovamente cresciuta l’incidenza del lavoro precario: su 100 occupati, 15 sono dipendenti temporanei, collaboratori e prestatori d’opera. Né può essere ignorato o accettato come un male inevitabile il dato che gli occupati sovraistruiti impegnati in un lavoro a bassa specializzazione siano in Calabria 35 su 100. Mi fermo qui sottolineando come quella coesione sociale generatrice di solidarietà, progettualità e azione, fatta di relazioni costruite sul senso di appartenenza e sul legame con il proprio territorio, sulla condivisione di norme e valori, sia frutto anche di scelte politiche orientate verso lo sviluppo e non verso un assistenzialismo che perpetua precarietà e dipendenza. In questo senso, la Cisl ritiene che sia della massima urgenza la mobilitazione di investimenti per opere che sono simultaneamente motori di sviluppo e fonti di occupazione: i 1.350 milioni di euro stanziati per la Statale 106 jonica, l’alta velocità ferroviaria, l’elettrificazione della linea jonica, il completamento dell’A2, una piena utilizzazione del porto di Gioia Tauro, fondamentale struttura di accesso al Mediterraneo.

In un territorio che non ha bisogno di ulteriori lacerazioni del tessuto sociale, chiediamo alla politica di affrontare i temi dell’oggi progettando il futuro. C’è bisogno di un dialogo costante con la società calabrese, valorizzando le potenzialità della nostra regione, le pratiche virtuose, la funzione dei corpi intermedi con la loro capacità di interpretazione dei bisogni e di mediazione. Nessuno può stare a guardare: la Cisl – conclude Russo – sarà, in continuità con la sua storia, sempre disponibile al confronto sui problemi e sulle strategie tese ad invertire una drammatica tendenza al degrado per guardare al futuro con speranza».

Redazione Calabria 7

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