“Caro Enrico, per vincere non bisogna solo sconfiggere il disastro Spirlì ma anche il disastro che i vertici del tuo partito hanno causato in Calabria”. Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, candidato alla presidenza della Regione Calabria per un polo civico, replica al segretario del Pd Enrico Letta, che oggi a Gizzeria lo ha invitato a sostenere la corsa della candidata del centrosinistra Amalia Bruni.
“Le calabresi e i calabresi – dice ancora de Magistris – sono stanchi di politici romani che non hanno mai fatto nulla per questa terra meravigliosa ma sofferente e sono stanchi di chi ha già governato facendo disastri. Ho lavorato per anni in Calabria in prima linea e so da che parte è stata la politica romana, certo non dalla parte della questione morale e del popolo”. “L’unica opzione per vincere e cambiare è la nostra coalizione, in cui tante donne e uomini del tuo partito si stanno avvicinando, in cui non ci sono feudi e feudatari, o foglie di fico, ma donne e uomini che – conclude il sindaco di Napoli e candidato governatore in Calabria – con onestà, competenza, libertà e coraggio si stanno impegnando veramente per ridare i diritti ad una Calabria violentata da una politica di cui le persone perbene non si fidano più”.
“Le calabresi e i calabresi – dice ancora de Magistris – sono stanchi di politici romani che non hanno mai fatto nulla per questa terra meravigliosa ma sofferente e sono stanchi di chi ha già governato facendo disastri. Ho lavorato per anni in Calabria in prima linea e so da che parte è stata la politica romana, certo non dalla parte della questione morale e del popolo”. “L’unica opzione per vincere e cambiare è la nostra coalizione, in cui tante donne e uomini del tuo partito si stanno avvicinando, in cui non ci sono feudi e feudatari, o foglie di fico, ma donne e uomini che – conclude il sindaco di Napoli e candidato governatore in Calabria – con onestà, competenza, libertà e coraggio si stanno impegnando veramente per ridare i diritti ad una Calabria violentata da una politica di cui le persone perbene non si fidano più”.