di Danilo Colacino – Il polverone alzatosi con la crisi di Governo, scoppiata guarda caso proprio la sera dell’ultimo civico consesso prima della lunga pausa estiva di Catanzaro ovvero l’8 agosto scorso, ha fatto passare in secondo piano un dato politico locale di notevole rilievo. A fornirlo Filippo Mancuso (non un consigliere comunale qualunque, ma una figura di un certo rilievo, molto vicino al sindaco Sergio Abramo e oltretutto aspirante membro dell’assemblea di Palazzo Campanella) che nel suo intervento nell’assise cittadina ha chiuso le porte – senza se e senza ma – alla candidatura Ciconte nelle fila del centrodestra in vista delle ormai sempre più imminenti Regionali.
Quest’ultimo, infatti, si è da poco staccato dal Pd, per così dire, diventando uno dei componenti di spicco di un’associazione di ‘nuovo conio’ che i ben informati danno a sostegno del progetto Mario Occhiuto Governatore. Una mossa che in molti hanno letto come la ‘proiezione’ della volontà cicontiana di tornare a essere quantomeno un consigliere, se non addirittura qualcosa di più. Ebbene, a riguardo Mancuso è stato categorico: chiunque abbia appoggiato in ogni modo il presidente Oliverio – favorendone dapprima la vittoria e poi la permanenza in carica – non potrà trovare posti al sole nelle nostre fila. Potrà, al massimo, offrire un importante contributo.
Quest’ultimo, infatti, si è da poco staccato dal Pd, per così dire, diventando uno dei componenti di spicco di un’associazione di ‘nuovo conio’ che i ben informati danno a sostegno del progetto Mario Occhiuto Governatore. Una mossa che in molti hanno letto come la ‘proiezione’ della volontà cicontiana di tornare a essere quantomeno un consigliere, se non addirittura qualcosa di più. Ebbene, a riguardo Mancuso è stato categorico: chiunque abbia appoggiato in ogni modo il presidente Oliverio – favorendone dapprima la vittoria e poi la permanenza in carica – non potrà trovare posti al sole nelle nostre fila. Potrà, al massimo, offrire un importante contributo.
Questo in estrema sintesi il Filippo-pensiero, che per Ciconte suonerebbe come una condanna – solo alla mancata ricandidatura nel centrodestra, come ovvio – salvo il medico-politico abbia già stretto accordi per il futuro a prova di bomba