(D.C.) – Veleni e colpi bassi. Niente risparmia questa campagna elettorale per le Regionali molto più da ‘segrete stanze’ che di popolo.
E sì, perché le elezioni con il panettone ancora da mangiare – o digerire – non sono piaciute alla gente. A nessuno, per la verità, eccetto i diretti interessati, come scriviamo da tempo in tutte le salse.
E sì, perché le elezioni con il panettone ancora da mangiare – o digerire – non sono piaciute alla gente. A nessuno, per la verità, eccetto i diretti interessati, come scriviamo da tempo in tutte le salse.
La ventata di antipolitica in atto è stata inoltre acuita da liti dilanianti e scelte incomprensibili – o quantomeno destabilizzanti – all’interno dei vari schieramenti in campo (tranne che, come ovvio, nel fronte a sostegno dell’indipendente Carlo Tansi).
Fatto sta che – come ormai in voga da anni, per così dire – girano filmati denigratori e molte ‘voci di corridoio’ su una serie di candidati di ogni coalizione dall’area cosentina a quella reggina, senza distinzione alcuna.
Comportamenti inappropriati, sponsor ingombranti, presunti vecchi (e attuali) scheletri nell’armadio: tutto insomma fa…brodo per screditare e affossare lo scomodo avversario.
Un gioco al massacro, assai pericoloso, considerato che in una terra complessa e dalle mille sfaccettature come la Calabria basta davvero poco a evocare le Sacre Scritture con l’emblematica parabola della trave e della pagliuzza