di Sergio Pelaia – La creatura renziana esiste da quasi due anni, in Calabria può contare su due senatori, ma nelle competizioni elettorali che riguardano la Regione il simbolo di Italia Viva ancora non si vede. Sarà certamente per la prossima volta, ma il numero che scandisce il percorso dei renziani calabresi resta sempre quello, il due. Come i due forni, la pratica tardodemocristiana di chi sta un po’ di qua e un po’ di là, e come i due presidenti nazionali, Teresa Bellanova ed Ettore Rosato, cui fanno riferimento i due senatori calabresi che hanno evidentemente intenzioni diverse riguardo la strada che il loro partito debba prendere nella punta dello Stivale.
Magorno ammicca e Vono esce allo scoperto
Magorno ammicca e Vono esce allo scoperto
Da una parte Ernesto Magorno, prima lanciato e poi ritirato dalla corsa alla Presidenza che sta sulla linea del disimpegno indicata da Rosato e, sotto sotto, ammicca al centrodestra; dall’altra Silvia Vono, che fa riferimento a Bellanova e dopo aver lanciato appelli in direzione centrosinistra ieri è uscita allo scoperto presentando la lista del Psi, con in collegamento da Roma anche il già segretario del garofano Riccardo Nencini che, ora, è vicepresidente della pattuglia renziana a Palazzo Madama.
Il ritorno del garofano
Dopo 15 anni il Psi torna dunque ufficialmente nella competizione elettorale calabrese e lo fa a sostegno del centrosinistra guidato da Amalia Bruni. La vicesegretaria nazionale Francesca D’Ambra e il segretario Enzo Maraio hanno indicato il percorso benedetto da Nencini. La regia locale è comunque in mano al segretario regionale Luigi Incarnato, che resta dietro le quinte (la figlia è candidata alle Comunali di Cosenza) dopo aver abbandonato Mario Oliverio per seguire il percorso di riappacificazione con i vertici Pd indicato dall’area cosentina che fa capo alla coppia Adamo-Bruno Bossio.
Generali senza esercito
Ciò, come d’altra parte la convivenza con gli odiati (la cosa è reciproca) 5 stelle, non crea imbarazzi all’ala renziana guidata da Vono che, dal canto suo, non ha risparmiato frecciate al collega Magorno. “Non è accettabile stare fermi a guardare”, ha detto la senatrice, per poi richiamare le parole di Matteo Renzi: “Alla scuola di formazione politica ha detto che la nostra casa è il centrosinistra”. È però lo stesso Renzi che nelle stesse ore ha affermato con sicumera che “in Calabria vince il centrodestra” e a cui, probabilmente, sta pure bene che il suo partito al momento si divida in due forni, consapevole che avere dei generali serve a poco se dietro non esiste alcun esercito.