di Danilo Colacino – Qualche mugugno in Cittadella, come ovvio da parte di quanti non sono filo-oliveriani, per la targa della piazza intitolata a San Francesco di Paola. Lo slargo che è proprio davanti all’ingresso principale del megaedificio, situato nell’area di Germaneto, è stato infatti dedicato al Santo calabrese per eccellenza, ma con un’epigrafe che oltre al nome dell’eremita (famoso per i prodigi compiuti), alla data (lo scorso 2 maggio) e allo stemma delle Regione, recava la ‘firma’ del governatore in carica. Un particolare che ha fatto storcere la bocca a tanti, i quali hanno parlato di appropriazione personale (sotto il profilo figurato, lo ribadiamo, perché di questi tempi è sempre meglio) di un luogo pubblico con una dicitura destinata a durare ben oltre la presidenza Oliverio.
Il complesso e travagliato ragionamento del Movimento Cinque Stelle. Momentaccio per il governatore sotto il fuoco di fila del vaglio dell’autorità giudiziaria, il fuoco concentrico del centrodestra – che sembra unito e compatto solo sugli attacchi senza tregua a Oliverio – e i pentastellati i quali per bocca del loro leader Di Maio ne chiedono addirittura le dimissioni. Anzi, a essere più precisi, l’immediato siluramento ad opera del segretario nazionale del Pd Luca Zingaretti. Gli ex grillini, però, in vista delle Regionali ragionano su una svolta storica, in qualche modo agevolata dall’inedita esperienza del Governo gialloverde vale a dire aprire ad altri movimenti per formare una sorta di minicoalizioni con un gruppetto di liste presenti sul territorio, non già palesemente politicizzate. La novità sembrerebbe dietro l’angolo, piattaforma Rousseau permettendo come sempre.
Il complesso e travagliato ragionamento del Movimento Cinque Stelle. Momentaccio per il governatore sotto il fuoco di fila del vaglio dell’autorità giudiziaria, il fuoco concentrico del centrodestra – che sembra unito e compatto solo sugli attacchi senza tregua a Oliverio – e i pentastellati i quali per bocca del loro leader Di Maio ne chiedono addirittura le dimissioni. Anzi, a essere più precisi, l’immediato siluramento ad opera del segretario nazionale del Pd Luca Zingaretti. Gli ex grillini, però, in vista delle Regionali ragionano su una svolta storica, in qualche modo agevolata dall’inedita esperienza del Governo gialloverde vale a dire aprire ad altri movimenti per formare una sorta di minicoalizioni con un gruppetto di liste presenti sul territorio, non già palesemente politicizzate. La novità sembrerebbe dietro l’angolo, piattaforma Rousseau permettendo come sempre.