Regionali, Pd-5Stelle in stallo dopo la rinuncia di Maria Ventura

L'imprenditrice indicata direttamente dai vertici nazionali di Dem, grillini e Articolo 1, ha comunicato il ritiro dopo le voci su una interdittiva antimafia in un consorzio di cui fa parte la sua ditta

“Ho appreso dalla stampa la notizia del ritiro della candidatura di Maria Antonietta Ventura. Occorre ripartire, perché è evidente che bisogna rimettere in discussione molte cose”. La dichiarazione, raccolta dall’AGI, del deputato Alessandro Melicchio, responsabile della campagna elettorale dei Cinquestelle in Calabria, rispecchia la situazione dell’alleanza PD-M5S, disorientato dopo la rinuncia alla candidatura per la presidenza della Regione di Maria Antonietta Ventura. L’imprenditrice indicata direttamente dai vertici nazionali di Dem, grillini e Articolo 1, ha comunicato nella serata di ieri di voler fare “un passo di lato” dopo le voci, circolate per tutta la giornata, relative a una interdittiva antimafia in arrivo da parte della prefettura di Lecce a carico di un consorzio di cui la sua ditta, operante nel comparto degli appalti ferroviari, fa parte.

“Avevo deciso – ha fatto sapere l’imprenditrice con un breve comunicato – di raccogliere l’invito a candidarmi a Presidente della Regione Calabria e condurre una battaglia fiera e leale, a viso aperto, con parole chiare e proposte concrete per ridare dignità alla Calabria e orgoglio ai calabresi. Preferisco però, con dolore, fare un passo di lato per evitare che vicende, che – lo sottolineo con forza – non mi riguardano personalmente, possano dare adito a strumentalizzazioni che nulla avrebbero a che fare con il merito della campagna elettorale”. La candidatura di Ventura aveva trovato, in ogni caso, molte resistenze in Calabria all’interno dei partiti che l’avevano proposta, spaccando sia il PD, che in un primo momento aveva avanzato la candidatura dell’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, sia i Cinquestelle, già lacerati dallo sontro fra Grillo e Conte sul destino del Movimento. Fra i più critici, all’interno dei dem, l’ex presidente della Regione Mario Oliverio, non ricandidato a suo tempo contro la compianta Jole Santelli, poi affermatasi su Pippo Callipo, l’imprenditore scelto dal centrosinistra per la corsa al governatorato. Oliverio, ancora depositario di consensi fra i democratici calabresi, nei giorni scorsi, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha accusato i livelli nazionali del partito di aver esautorato il PD regionale con l’indicazione di una candidata non gradita alla base. Fra le critiche mosse in Calabria ai vertici nazionali di PD e Cinquestelle, anche quella di non aver indetto le primarie contrariamente a quanto avvenuto in molti Comuni importanti chiamati al voto a ottobre.

“Avevo deciso – ha fatto sapere l’imprenditrice con un breve comunicato – di raccogliere l’invito a candidarmi a Presidente della Regione Calabria e condurre una battaglia fiera e leale, a viso aperto, con parole chiare e proposte concrete per ridare dignità alla Calabria e orgoglio ai calabresi. Preferisco però, con dolore, fare un passo di lato per evitare che vicende, che – lo sottolineo con forza – non mi riguardano personalmente, possano dare adito a strumentalizzazioni che nulla avrebbero a che fare con il merito della campagna elettorale”. La candidatura di Ventura aveva trovato, in ogni caso, molte resistenze in Calabria all’interno dei partiti che l’avevano proposta, spaccando sia il PD, che in un primo momento aveva avanzato la candidatura dell’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, sia i Cinquestelle, già lacerati dallo sontro fra Grillo e Conte sul destino del Movimento. Fra i più critici, all’interno dei dem, l’ex presidente della Regione Mario Oliverio, non ricandidato a suo tempo contro la compianta Jole Santelli, poi affermatasi su Pippo Callipo, l’imprenditore scelto dal centrosinistra per la corsa al governatorato. Oliverio, ancora depositario di consensi fra i democratici calabresi, nei giorni scorsi, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha accusato i livelli nazionali del partito di aver esautorato il PD regionale con l’indicazione di una candidata non gradita alla base. Fra le critiche mosse in Calabria ai vertici nazionali di PD e Cinquestelle, anche quella di non aver indetto le primarie contrariamente a quanto avvenuto in molti Comuni importanti chiamati al voto a ottobre.

“Alla ricerca di una soluzione credibile”

“Ora – affermano i due esponenti di Iv – è il momento della responsabilità, del confronto e della ricerca di una soluzione che possa essere credibile agli occhi dei calabresi. Da tempo chiediamo al Pd un’attenzione alle vicende calabresi, ci stiamo spendendo sui territori a stretto contatto con le comunità e abbiamo percepito da subito la condizione di sbandamento del centrosinistra. Ora qualcosa è cambiato.Ecco – spiegano – perché Italia Viva invita tutte le forze riformiste e democratiche che hanno a cuore le sorti della nostra regione a un ragionamento condiviso che punti a dare speranza alla Calabria, a mettere a disposizione le energie che essa esprime, a partire dalla rete dei Sindaci e degli amministratoti locali, autentici talenti di una terra che crede in se stessa, che riesce a fornire servizi e a tenere stretto il legame con le comunità. Crediamo sia arrivato il momento di una discussione franca e autentica tra tutte le forze che si ritrovano nel campo riformista e social democratico, per indicare ai calabresi una proposta politica coraggiosa e competitiva. Soprattutto vincente”.
Nel caos totale dei suoi avversari, si rafforza la figura di Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra, forte dell’unità apparentemente granitica dei partiti che lo sostengono, cementata nei giorni scorsi, dalla convention di Lamezia Terme che ne ha ufficializzato la candidatura ed a cui, in presenza o in collegamento video, hanno preso parte tutti i big.
Dal canto suo Carlo Tansi, leader del movimento “Tesoro Calabria”, che in un primo momento aveva rinunciato alla candidatura per dare vita ad un’alleanza con de Magistris andata subito in frantumi, lancia segnali ai Cinquestelle ed in particolare all’ala vicina a Conte. Se l’ex premier fondasse un nuovo partito, ha detto nei giorni scorsi, sarebbe pronto a sostenerlo.

“Necessarie le primarie”

Sul fronte grillino, a rivendicare le primarie, c’è la sottosegretaria al Sud, Dalila Nesci, che, secondo i bene informati, non avrebbe mai riposto l’ambizione di concorrere per la guida della Regione. Di certo c’è che l’esponente del governo continua a girare in lungo e in largo la regione, partecipando a incontri e convegni.
I grillini calabresi appaiono senza bussola. Con il futuro del Movimento in discussione, è impossibile per loro delineare una strategia sul fronte calabrese. L’uscita di scena di Maria Antonietta Ventura, la cui designazione era stata ufficializzata dopo una serie di rinunce, fra cui quelle del docente universitario Nuccio Ordine e dell’impreditore Florindo Rubbettino, e la candidatura non andata in porto dell’ex parlamentare e storico Enzo Ciconte, riporta tutto in alto mare. Il PD, al momento, tace. Chi parla è Luigi de Magistris, candidato indipendente. Il sindaco di Napoli, ex Pm a Catanzaro, sfumata l’ipotesi di una convergenza di grillini e dem sul suo nome, è pronto ad approfittare delle difficoltà del centrosinistra ed ha lanciato un nuovo appello agli elettori di Pd e Cinquestelle. “Dopo il ritiro della Ventura, faccio un appello alle persone perbene, tante – dice – che militano nel PD e nel M5S: non rimanete schiavi del sistema e venite a sostenere con noi la rivoluzione per la Calabria.Noi – promette il sindaco di Napoli – garantiremo con onestà ed autonomia, governabilità, sviluppo, diritti, giustizia sociale, lotta al crimine organizzato. La Calabria merita amore e rispetto, non intrighi di palazzo e compromesso morale. Ora è il tempo di scrivere la storia ed ognuno di noi la può scrivere. Ad ottobre noi libereremo la Calabria dal malaffare. Chi vota per noi – conclude – sceglierà la libertà, chi vota per il sistema sceglierà la sudditanza”. Continua a lanciare appelli ad azzerare tutto, intanto, è Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva e a sua volta candidato alla presidenza. Insieme al presidente del partito di Renzi, Ettore Rosato, ha diffuso un comunicato in cui si legge che il ritiro della candidatura di Maria Antonietta Ventura “apre scenari nuovi e urgenti che meritano un’immediata reazione da parte delle forze riformiste e di cambiamento che vi sono nel centrosinistra regionale. È una scelta che rispettiamo e comprendiamo”

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