Il mitico Adriano Celentano nella sua prima puntata della famosa trasmissione Rock Politik divise il mondo in rock e lento, un modo per rappresentare positività e negatività di diversi aspetti della società, di personaggi dello spettacolo, pietanze, modi di essere, personaggi politici e tanto altro.
L’Adriano nazionale esordiva così : “Le polpette sono rock l’hamburger è lento; La carbonara è rock la minestrina è lenta; Paperino è rock Topolino è lento; Il silicone è lento …quelle vere sono rock; La donna è Rock, il maschio è lento”.
L’Adriano nazionale esordiva così : “Le polpette sono rock l’hamburger è lento; La carbonara è rock la minestrina è lenta; Paperino è rock Topolino è lento; Il silicone è lento …quelle vere sono rock; La donna è Rock, il maschio è lento”.
Ed allora, ispirati dall’abbigliamento del nuovo Governatore della Calabria (in foto), proviamo a rimodulare il metodo “Celentano” sulle elezioni regionali appena espletate. E ci sbilanciamo nel considerare decisamente rock la prima donna presidente della Calabria, un altro uomo sarebbe stato lento. La maglia della Santelli è Rock, la Tarantella post vittoria è lenta…
Rock è, come evidenziato, la prima donna Presidente, un elemento di assoluta novità nel panorama politico regionale. Si dice che le donne salveranno il mondo, ci auguriamo che Jole salvi la Calabria dai grandi problemi che attanagliano la punta dello stivale Ma, la tarantella post vittoria è lenta, perché la vittoria ottenuta, annunciata e prevedibile secondo i sondaggi già nelle settimane scorse, avrebbe sicuramente meritato un po’ più di sobrietà, di rispetto e senso di responsabilità, verso l’istituzione che si rappresenta. Non è una semplice critica opinabile ai gusti, bensì la necessaria tutela dell’immagine di una regione che è sparita dall’interesse generale e che viene fuori solo ad ostentare i suoi terribili mali. Basti pensare che molti italiani hanno appreso che si fosse votato anche in Calabria, e non solo in Emilia Romagna, proprio per le immagini della tarantella.
Ed allora, la domanda sorge spontanea, la risposta no. Si festeggiava per aver ereditato i gravi problemi di una regione ultima in Europa, oppure si festeggiava l’ennesimo assalto al fortino Calabria? Ai posteri l’ardua sentenza. Solo il tempo, infatti, renderà palese la verità agli occhi dei calabresi. Proprio loro che da decenni si risvegliano quotidianamente lentissimi, con l’ormai residua speranza di diventare prima o poi qualcosa di Rock. (g.c.)