Regione, Csa-Cisal: “Continua l’invasione degli esterni e la finzione dei temporanei utilizzi”

Il sindacato Csa-Cisal: "Non si può più parlare di 'temporanei utilizzi' se questi durano da decenni se non, in alcuni casi, venti anni"
Concorsi in Calabria

“I numeri sono schiaccianti e inequivocabili. Nel Dipartimento regionale “Tutela della Salute” è in atto l’invasione dei “temporanei utilizzati”. Dirigenti, funzionari e, a volte, anche profili sanitari che da Asp e aziende ospedaliere arrivano in Regione Calabria”. Non è la prima volta che il sindacato Csa-Cisal affronta l’argomento, ma il fenomeno ha raggiunto soglie mai viste prima.

In meno di tre mesi quattordici nuovi utilizzati

In meno di tre mesi quattordici nuovi utilizzati

“Dicevamo dei numeri – è scritto in un comunicato -. Dall’inizio di quest’anno, e quindi in meno di tre mesi, questo istituto, previsto dall’articolo 20 della legge regionale n. 8 del 2003 come strumento straordinario attivabile dal dirigente generale pro tempore del dipartimento Salute, è stato attivato per ben 14 unità appartenenti agli enti del servizio sanitario regionale calabrese. Fra questi, 9 unità sono arrivate in “utilizzo” a tempo pieno, 4 per due giorni a settimana e 1 per un giorno alla settimana. E sì, perché non solo c’è il prestito da un Asp o un’azienda ospedaliera ma può essere anche “part-time”.

Un po’ negli enti di provenienza e un po’ in dipartimento regionale, come se gli enormi problemi da affrontare si possano risolvere con poche ore alla settimana. Ma c’è un’altra “deviazione” che nasce da questo spasmodico ricorso ai “temporanei utilizzi”. I 14 arrivati nel 2022 resteranno in Cittadella (a tempo pieno o part-time) fino al prossimo 31 dicembre, così come le altre 26 unità, il contingente “storico” degli utilizzati, che in prima battuta dovevano restare fino al 31 marzo”.

I funzionari regionali sono il 2,5% sul totale

“Il totale, dunque, dei prestiti al dipartimento regionale Sanità arriva a 40 unità, così suddivise: 22 a tempo pieno; 2 per 4 giorni alla settimana; 2 per 3 giorni a settimana; 13 per 2 giorni a settimana e 1 per un solo giorno a settimana. Qualcuno – domanda il sindacato CSA-Cisal – ci spieghi la logica di tutto questo: perché metà sono a tempo pieno, e gli altri per appena due giorni o addirittura per un solo giorno a settimana. C’è qualche arcano motivo che ci sfugge su questa organizzazione? Inoltre, per capire, si perdoni l’eufemismo, lo stato di salute del dipartimentobasti considerare le seguenti cifre. In funzionari dipendenti di ruolo della Regione Calabria sono 18, i funzionari in “utilizzo” sono 12 (di cui uno alla Stazione unica appaltante).

Restando ai funzionari (categoria D) – si legge nella nota –, in tutta la Regione Calabria se ne contano 723, quindi le 18 unità presenti in dipartimento “Tutela della Salute” rappresentano appena il 2,5% del totale complessivo. Una percentuale risibile alla luce degli atavici problemi della Sanità calabrese e, non mancheremo mai di sottolinearlo, delle risorse da gestire in questo settore che rappresentano oltre il 60% del bilancio regionale. E ancora, i dirigenti regionali sono invece 12 mentre quelli in “utilizzo” (sono inclusi anche quelli con profilo sanitario) sono 22, di cui 7 a tempo pieno, 1 per un giorno a settimana, 12 per 2 giorni a settimana, 1 per 3 giorni a settimana e 1 per 4 giorni a settimana.

Per completare il quadro di Arlecchino del dipartimento, giova ricordare che poi si aggiungono 11 unità di Azienda Calabria Lavoro, altre 9 unità a metà fra Azienda Calabria Lavoro e Agenas e 14 unità fra Agenas e comandati. In pratica, l’ossatura di capitale umano del dipartimento regionale è composta da esterni all’Amministrazione regionale. Tante pattuglie di diversa provenienza, che di certo non hanno la stabilità dei dipendenti di ruolo della Regione”.

Da dove arrivano gli utilizzati

“Altro dato curioso – continua il sindacato Csa-Cisal – è la graduatoria degli enti che “prestano” più personale al dipartimento, ricordando sempre che se esso non funziona al meglio non è che nelle Asp e nelle aziende ospedaliere la situazione sia certo rosea. Il primato degli “utilizzati” spetta all’Azienda Sanitaria Provinciale Catanzaro con 11 unità, poi c’è l’Azienda Sanitaria Provinciale Cosenza con 8 unità e a seguire l’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio con 6 unità, l’Azienda Sanitaria Provinciale Vibo Valentia con 5 unità, l’Azienda Sanitaria Provinciale Reggio Calabria con 4 unità, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini con 3 unita e infine l’Azienda Sanitaria Provinciale Crotone, l’Azienda Ospedaliera di Cosenza e il Grande Ospedale Metropolitano con una sola unità”.

Basta con la finzione dei “temporanei utilizzi”

“Tempo fa, il sindacato Csa-Cisal aveva avuto rassicurazioni dall’attuale dg. Purtroppo, seppure sappiamo si stia dando da fare, quelle sulla gestione dei “temporanei utilizzi” sono state disattese. Invece di razionalizzarli sono aumentati esponenzialmente. Capiamo le difficoltà legate alla carenza di personale, ma questo strumento ha già dimostrato di non poter essere la cura ordinaria (semmai si utilizzino le nuove risorse derivanti da leggi nazionali) alle criticità strutturali del dipartimento “Tutela della Salute”. Soprattutto ci aspettavamo che si mettesse fine alla pratica di “temporanei utilizzi” da pochi giorni alla settimana.

Vogliamo ricordare – si legge ancora – che la stessa dg aveva rifiutato l’offerta di ulteriori unità da Azienda Calabria Lavoro proprio perché rese disponibili soltanto part-time. Come funziona: da Azienda Calabria Lavoro non vanno bene dalle Asp o dalle aziende ospedaliere sì? Pensiamo che il principio debba valere sempre o comunque, quindi o l’impegno è a “tempo pieno” o altrimenti non si può dare una mano al dipartimento Salute, il più disastrato della Regione. O l’attività principale è in Cittadella o giusto qualche ora alla settimana condivisa con l’Asp o un’azienda ospedaliera risulterà assolutamente inefficace. Oltre a questo – evidenzia il sindacato CSA-Cisal – ci sembra giunta l’ora di finirla con questa finzione”.

Durata decennale

“Non si può più parlare – conclude il sindacato – di “temporanei utilizzi” se questi durano da decenni se non, in alcuni casi, venti anni. Per queste unità crediamo sia arrivato il momento di trovare una soluzione definitiva per accertare quello che è già nei fatti, ossia renderli a tutti gli effetti dipendenti regionali visto che hanno mostrato dedizione e ormai, a questo punto della carriera professionale, hanno raggiunto competenze e conoscenze tali da rendere inefficiente un eventuale rientro all’Ente di appartenenza. In particolare, per quelli che lo sono a tempo pieno da tanto tempo.

Certamente, questi lavoratori meritano una priorità rispetto a coloro i quali sono appena arrivati o per quelli che stanno in dipartimento per pochi giorni alla settimana.  Ci attendiamo un cambio di passo dalla dg e dal presidente Occhiuto, che è anche commissario alla Sanità. Bisogna correggere le vecchie storture che continuano a soffocare l’attività amministrativa del dipartimento Salute proprio a partire dall’organizzazione del personale e da una più idonea gestione dei “temporanei utilizzi”.”

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