(D.C.) – Vicenda vitalizi in consiglio regionale, ormai un ‘intermezzo’ comico più che politico.
E già, poiché dopo quella che sullo stile di quanto avvenne in Parlamento nel 1953 noi abbiamo definito una “legge truffa” – peraltro varata martedi scorso all’unanimità dal consesso di Palazzo Campanella – adesso c’è la rincorsa a chi trova la scusa migliore per declinare le responsabilità di quanto fatto.
E già, poiché dopo quella che sullo stile di quanto avvenne in Parlamento nel 1953 noi abbiamo definito una “legge truffa” – peraltro varata martedi scorso all’unanimità dal consesso di Palazzo Campanella – adesso c’è la rincorsa a chi trova la scusa migliore per declinare le responsabilità di quanto fatto.
E senza ritegno alcuno in un momento oltretutto particolare della storia del Paese e del mondo intero a causa della pandemia da Covid-19.
Un privilegio autoregalatosi che suona come uno sberleffo per la maggior parte delle persone della Regione forse più depressa d’Italia sotto il profilo socioeconomico.
Ma tanto si può sempre fare come Pippo Callipo, il quale in veste di lìder maximo dell’opposizione (o meglio di quel che ne resto) ha pensato di salvarsi…in corner dicendo di aver letto in precedenza un testo diverso rispetto all’atto poi approvato in Aula.
Insomma: “Non c’ero, ma se c’ero dormivo, e se non dormivo ero distratto”, verrebbe da dire con un’amara ironia.