Registri epidemiologici “fantasma” anche in Calabria, presentata interrogazione parlamentare

"Questi dati, pur essendo di fatto irreperibili, sono obbligatori e rappresentano il punto di partenza per poter garantire le cure ai cittadini"

Siti contaminati e registro tumori. Poca chiarezza e difficoltà a programmare gli interventi sanitari a tutela della salute dei cittadini. Prima firmataria dell’interrogazione rivolta al Ministero della Salute per far luce anche sul monitoraggio delle patologie nelle aree caratterizzate da inquinamento ambientale è la senatrice Margherita Corrado, crotonese del gruppo misto. Tra i 42 siti di interesse nazionale ai fini della bonifica, individuati in base alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali appare anche il famigerato triangolo Crotone – Cassano – Cerchiara. Un circondario che peraltro langue per la carenza di servizi sanitari per la cittadinanza nonostante l’alta incidenza di patologie oncologiche.

“Se non abbiamo i dati epidemiologici non possiamo pianificare l’assistenza sanitaria”

“L’interrogazione – spiega la senatrice Margherita Corrado – riguarda le patologie che sono il risultato di gravi fattori di inquinamento di terreno, aria, acqua, in particolare nel 42 siti di interesse nazionale per la bonifica e più in generale le aree contaminate. Tra le criticità rilevate appare la relazione sui dati epidemiologici che dovrebbe essere presentata ogni anno alle Camere. Questi dati, pur essendo di fatto irreperibili, sono obbligatori e rappresentano il punto di partenza per poter garantire i livelli essenziali di assistenza ai cittadini. Tutti gli italiani dovrebbero avere accesso alle cure e poter fruire di servizi sanitari uguali ad ogni latitudine. Diritti che vanno garantiti, come previso dalla nostra Costituzione. Nonostante la legge prevede la raccolta dati e la pubblicazione, quest’ultima (ammesso che le informazioni siano state conferite alle Camere) non è accessibile. I registri di patologia e i sistemi di sorveglianza sono funzionali ad avere un quadro preciso sempre aggiornato della situazione, regione per regione, e poi a rendersi conto di come serva intervenire. La rete nazionale dei registri tumori creata nel 2017 serve appunto a capire dove bisogna potenziale la sanità e in che termini. A Crotone la bonifica dovrebbe essere iniziata da 20 anni, ma ancora stenta a decollare. Non abbiamo dati sulle relazioni, per questo chiediamo chiarimenti al Ministero, con le conseguenti ripercussioni sull’assistenza sanitaria. Siccome parliamo della salute dei cittadini sollecitiamo un intervento delle istituzioni competenti”.

Le premesse

“Al Ministro della salute. Premesso che – si legge nell’interrogazione a risposta orale presentata il 21 aprile – il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 marzo 2017 ha istituito 31 sistemi di sorveglianza e 15 i registri di patologia di rilevanza nazionale, con l’obiettivo di garantire un sistema attivo di raccolta sistematica di dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici per registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, di una particolare malattia o di una condizione di salute rilevante in una popolazione definita; il 20 aprile 2019 è entrata in vigore la legge 22 marzo 2019, n. 29, “Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione”; essa ha istituto la rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza dei sistemi sanitari regionali, identificati per ciascuna Regione e Provincia autonoma ai sensi del citato decreto 3 marzo 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 109 del 12 maggio 2017. Considerato che: all’art. 4 della legge n. 29 è stabilito che entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore, ovvero entro il mese di aprile 2020, il Ministro della salute, al fine di garantire un controllo permanente dello stato di salute della popolazione, anche nell’ambito dei sistemi di sorveglianza, dei registri di mortalità, dei tumori e di altre patologie, avrebbe dovuto adottare un decreto per l’istituzione del referto epidemiologico, ai fini del controllo sanitario della popolazione con particolare attenzione alle aree più critiche del territorio nazionale, per individuare i soggetti preposti alla raccolta e all’elaborazione dei dati che confluiscono nel referto epidemiologico e di disciplinare il trattamento, l’elaborazione, il monitoraggio continuo e l’aggiornamento periodico dei medesimi dati; la raccolta e il conferimento dei dati e la produzione dei flussi rappresentano un obbligo per adempiere ai fini della verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, come indicato all’art. 5 della legge. Considerato inoltre che: la legge di bilancio per il 2020 (comma 463 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160) ha stanziato un milione di euro annui, a partire dal 2020, per l’attuazione di detta rete e per l’istituzione del referto epidemiologico inerente alla valutazione dello stato di salute complessivo della popolazione; con il decreto 12 agosto 2021 relativo al riparto delle risorse della legge n. 160 del 2019, per il perseguimento delle finalità di cui alla legge n. 29 del 2019, è stato disposto, all’art. 3, che entro il 31 marzo di ogni anno le Regioni e le Province autonome trasmettono al Ministero una relazione finale riepilogativa delle attività svolte e dei risultati raggiunti nell’anno precedente; è stata altresì disposta dalla stessa legge n. 29 del 2019, la trasmissione alle Camere, da parte del Ministro, di una relazione nella quale venga fornita l’illustrazione dettagliata del livello di attuazione della trasmissione dei dati da parte dei centri di riferimento regionali e del grado di raggiungimento delle finalità della rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e l’attuazione del referto epidemiologico”.

Lo stato dell’arte

“Valutato che – si legge nell’interrogazione – non risultano accessibili on line le relazioni la cui trasmissione alle Camere da parte del Ministero è obbligatoriamente prevista all’art. 6 della legge n. 29, né risultano accessibili on line le relazioni riepilogative di cui all’art. 3, comma 4, del decreto 12 agosto 2021; nella norma viene indicato che la trattazione dei dati deve contribuire alla rilevazione di eventuali differenze nell’accesso alle cure erogate in relazione alle condizioni socio-economiche e all’area geografica di provenienza, anche in specifico riferimento a cause di malattia derivanti da inquinamento ambientale, nonché a sostenere e monitorare gli studi epidemiologici finalizzati all’analisi dell’impatto dell’inquinamento ambientale sull’incidenza della patologia oncologica attraverso uno studio integrato sulle matrici ambientali e umane”.

Il Ministero della Salute dovrà fornire chiarimenti

“Si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo – è scritto nell’interrogazione – possa riferire quali siano i risultati raggiunti, e con quali garanzie di trasparenza (soprattutto in relazione al monitoraggio dell’impatto delle patologie nelle aree caratterizzate da inquinamento ambientale), in merito alle attività svolte in relazione al referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione e in considerazione della ripartizione dei fondi stanziati; con quali modalità sia stata assicurata la diffusione delle informazioni relative ai dati, con specifico riferimento all’attuazione di screening di prevenzione specifica, in relazione alle problematiche individuate (soprattutto all’incidenza della patologia oncologica attraverso uno studio integrato sulle matrici ambientali e umane) nelle zone esposte a inquinamento ambientale come i 42 siti di bonifica di interesse nazionale, o, più in generale, in quelle ove insistono siti da bonificare inseriti nelle anagrafi regionali; quali garanzie metodologiche confortino la raccolta ed elaborazione dei dati, in riferimento alla rete nazionale dei registri dei tumori di cui alla legge n. 29 del 2019, alla luce di quelli inseriti nei registri tumori pubblicati on line nel sito dell’Associazione italiana registri tumori e di quanto viene raccolto dai sistemi di sorveglianza e dai registri di patologia di rilevanza nazionale di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 marzo 2017″. (mti)

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