di Pasquale Nicolazzo – Il prossimo Consiglio dei Ministri esaminerà molto probabilmente il regolamento che amplia il Registro delle opposizioni anche ai numeri di telefonia mobile.
Finalmente si potrà fermare il telemarketing indesiderato anche sui telefoni cellulari.
Finalmente si potrà fermare il telemarketing indesiderato anche sui telefoni cellulari.
La svolta, per tutti quegli utenti ormai saturi delle chiamate (a qualunque ora del giorno), è il focus del regolamento della Presidenza del Consiglio e del Ministero dello Sviluppo Economico, che dovrebbe arrivare proprio al prossimo Consiglio dei Ministri. Praticamente verrà ampliato il già presente Registro delle opposizioni, che riguarda attualmente però unicamente i numeri fissi, e da circa un anno la posta cartacea recapitata presso il proprio domicilio. Il nuovo Registro, secondo le indicazioni pervenute, avrà un ambito di applicazione notevole, comprendente oltre 20 milioni di utenze fisse e 83 milioni di numeri cellulari.
Iscrivendosi (gratuitamente) al Registro, gli utenti (sia persone fisiche che persone giuridiche, nonchè Enti o associazioni), sarà possibile evitare le solite telefonate indesiderate utilizzate allo scopo di inviare materiale pubblicitario e/o di vendita diretta, oppure per effettuare di ricerche di mercato. Il percorso operativo del Registro però non si prevede breve. Lo stesso è stato previsto dalla Legge n. 5 del 2018, e l’elaborazione di tale strumento si è mostrata più complicata del previsto, inoltre richiederà, dopo appunto il passaggio in Consiglio dei Ministri, una consultazione con le associazioni dei consumatori (nonché con gli stessi operatori), e la predisposizione delle modalità tecniche di funzionamento dello stesso (si ipotizza comunque l’effettiva istituzione per la fine dell’anno incorso).
Tutti gli operatori che vorranno svolgere attività di telemarketing saranno tenuti a consultare tale Registro e accertarsi che l’utente scelto non abbia negato il suo consenso all’utilizzo del proprio recapito (numero o domicilio/residenza).
Per fare ciò gli operatori dovranno corrispondere al Ministero dello Sviluppo (o in alternativa al gestore che sarà individuato), una tariffa di accesso calcolata su base annuale. Se sarà un gestore ad occuparsi del Registro stesso, allora dovrà essere assicurata la vigilanza sia del Ministero sia del Garante per la protezione dei dati personali (c.d. “Garante Privacy”). Gli utenti, di contro, avranno due differenti modalità per l’iscrizione al Registro: Utilizzando un apposito modulo elettronico (presente sul sito web del gestore del Registro), oppure mediante chiamata, utilizzando il numero della linea telefonica per la quale si intende negare il proprio consenso.