di Damiana Riverso – Il reddito delle famiglie calabresi, già nettamente inferiore a quello italiano, è sceso del 3,3% nel 2020 rispetto all’anno precedente interrompendo una fase espansiva che si era avviata nel 2015. Le conseguenze della pandemia da Coronavirus, come stimato dal rapporto di Bankitalia sull’economia, hanno nettamente modificato lo stile di vita incidendo negativamente anche sui consumi dei calabresi. A influire negativamente la dinamica dei redditi di lavoro, mitigati dai sostegni varati dal Governo.
I redditi
I redditi
La pandemia in Calabria ha di fatto aumentato la disuguaglianza del reddito di lavoro e ha mantenuto alta, rispetto al resto d’Italia, la soglia delle famiglie che vivono in assoluta povertà. Crescono nelle famiglie gli inoccupati (chi non lavora e neanche lo cerca) e cresce la quota degli individui i di età inferiore ai 18 anni residenti in nuclei senza redditi da lavoro. Questo ha comportato un peggioramento delle condizioni di vita dei minorenni in termini di inclusione sociale e nell’apprendimento. Ad aumentare maggiormente il gap con il resto d’Italia anche la scarsa digitalizzazione delle famiglie. Sono numerosi i nuclei con studenti che non hanno accesso a reti internet e con pochi supporti tecnologici. Sulla base dei dati Invalsi, infatti, riferiti all’anno scolastico 2018-19, quasi il 14% degli studenti calabresi al quinto anno della scuola primaria risultava non raggiungibile perché privo di una connessione a internet (12% in Italia). Al secondo anno di scuola superiore tale quota era del 5% (3% in Italia). Già prima della pandemia, inoltre, gli studenti privi delle condizioni di accesso ideali mostravano performance peggiori della media italiana, specialmente
nelle scuole secondarie di secondo grado dove il ricorso alla didattica a distanza (Dad) è stato peraltro più frequente .
I sostegni
Le misure di sostegno fornite dal Governo italiano alle famiglie sono risultate fondamentali soprattutto per i nuclei a reddito basso. Rispetto all’anno precedente è cresciuto il ricorso al reddito e alla pensione di cittadinanza . Il numero di famiglie beneficiarie a dicembre ha sfiorato le 81mila unità, in aumento del 15,8% rispetto alla fine del 2019 (20% in Italia). A fronte di un rapido aumento durante la prima fase della pandemia, i beneficiari si sono molto ridimensionati in ottobre, dopo la conclusione del primo ciclo di
erogazioni del sussidio, per poi tornare a crescere nei due mesi successivi. Secondo i dati forniti dall’Inps, al mese di ottobre 2020, i nuclei calabresi la cui richiesta di rinnovo era in lavorazione corrispondevano all’86% di quelli che avevano terminato le diciotto mensilità di Rdc. Inoltre, se si mette a confronto la generazione
iniziale di beneficiari nei primi tre mesi di liquidazione (aprile-giugno 2019) con il totale dei nuclei arrivati all’ultima mensilità tra ottobre e dicembre 2020, si stima che circa l’85% dei nuclei richiedenti ha beneficiato dell’intero ciclo di sussidi. Il dato è in linea con quello del Mezzogiorno ma lievemente superiore a quello medio italiano. Per fornire un aiuto immediato alle famiglie gravemente colpite dagli effetti economici della pandemia è stato varato in maggio il Reddito di Emergenza, una misura temporanea simile al Rdc ma con criteri di accesso meno restrittivi. A beneficiare della misura di sostegno sono stati in Regione circa 20mila, saliti a circa 25mila a seguito dell’estensione della platea. Secondo le stime fornite da Bankitalia RdC, PdC e Rem a dicembre 2020, hanno consentito di raggiungere complessivamente il 13,1% delle famiglie residenti (11,5% nel Mezzogiorno e 6,1% in Italia). Alle famiglie calabresi nel 2020 sono stati anche destinati circa 34 milioni del Fondo per la solidarietà alimentare, una misura di urgenza istituita a livello nazionale per fornire aiuti diretti ai nuclei in difficoltà. La somma stanziata per la Calabria corrisponde al 4,3% del totale, superiore alla media italiana in termini pro capite. A beneficio delle famiglie con figli il Governo ha introdotto inoltre il congedo parentale Covid-19 o in alternativa un bonus per servizi di baby sitting. Il decreto “rilancio” ha previsto anche un bonus per l’iscrizione a centri estivi e a servizi educativi scolastici. Nel complesso, si stima che in Calabria, le famiglie beneficiarie di tali forme di sostegno siano state circa il 3% del totale, a fronte di una quota quasi doppia in Italia.
Consumi e risparmi
In seguito alla pandemia le famiglie calabresi hanno ridotto i consumi dell’11,8% a prezzi costanti rispetto lo scorso anno. A influire negativamente sui consumi il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori,
i vincoli alla mobilità legati alle misure necessarie al contenimento della pandemia, l’accresciuta incertezza ma anche la rinuncia ad effettuare alcuni acquisti per limitare il rischio di contagio. Questo ha di fatto aumentato la liquidità delle famiglie, soprattutto quelle meno colpite dalla crisi economica. La ricchezza netta delle famiglie calabresi ammontava a 167 miliardi di euro. Sono notevolmente diminuite le quote dei titoli azionari e titoli pubblici e obbligazionari rispetto a fondi comuni e riserve assicurative e previdenziali che continuano a rappresentare la quota più rilevante delle ricchezze familiari.