La Corte di Cassazione non ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Glenda Giglio. La 40enne, ex presidente dei giovani industriali di Crotone resta agli arresti domiciliari. Arrestata nel corso dell’operazione Basso Profilo è accusata, dalla Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteridi aver operato per conto della ‘ndrangheta anche riciclando denaro attraverso l’azienda di famiglia: la Istituto di Vigilanza. L’imprenditrice, difesa da Antonio Lomonaco e Andrea Gareri, nelle scorse ore si è vista rigettare il proprio ricorso. Sospettata di trasferimento fraudolento di valori tra gli altri, dovrà rispondere del reato di concorso esterno in associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.
Banconote trasportate in aeroporto
Banconote trasportate in aeroporto
Una condotta che sarebbe emersa nel corso delle indagini volte a far luce sui rapporti tra le cosche del Crotonese, l’imprenditoria e la politica. I pm Paolo Sirleo e Veronica Calcagno hanno dichiarato che dalle investigazioni sarebbe emerso come Glenda Giglio, fosse di fatto alle dipendenze di Antonio Gallo. L’uomo è considerato dagli inquirenti il punto di riferimento dei clan di Cutro, Cirò Marina, Sellia Marina, Catanzaro, Botricello, Roccabernarda e Mesoraca. La donna si sarebbe prestata non solo a operazioni finalizzate al riciclaggio di denaro, anche attraverso false fatturazioni, ma finanche al trasporto di banconote in aeroporto grazie ai dipendenti della sua azienda di vigilanza.