“La targa in memoria di Peppino Impastato era stata posizionata all’ingresso del paese e non era adeguata, per cui sarà rifatta e posizionata in un’altra via. Mi sembra, comunque, che sia un’altra polemica mediatica e strumentale, perché se un’amministrazione potesse essere giudicata dalle targhe e non dai fatti il mondo sarebbe migliore e tutto sarebbe a posto”. Antonino Trifoli, sindaco di Riace, parlando con l’Agi, liquida così la polemica innescata dalle parole del suo predecessore Domenico Lucano, il quale ha denunciato la rimozione della targa a suo tempo collocata in memoria del giovane attivista di Cinisi ucciso dalla mafia. Nei giorni scorsi, Trifoli e la sua amministrazione erano stati bersaglio di un’altra polemica suscitata dalla sostituzione delle targhe, a suo tempo fatte posizionare da Lucano e che indicavano Riace come “paese dell’accoglienza”, con quelle recanti la dicitura “Paese dei santi Cosimo e Damiano”.
Trifoli reagisce e spiega: “Si sta strumentalizzando l’azione di un’amministrazione che ha vinto legittimamente le elezioni. Non basta ricordare la memoria delle persone con una targa, credo che contino di più i fatti. Voglio ricordare che tempo addietro fu rimossa una targhetta che ricordava don Pino Puglisi e nessuno protestò. Veniamo attaccati soltanto per questioni di immagine, noi dimostreremo con i fatti chi siamo”.
Trifoli reagisce e spiega: “Si sta strumentalizzando l’azione di un’amministrazione che ha vinto legittimamente le elezioni. Non basta ricordare la memoria delle persone con una targa, credo che contino di più i fatti. Voglio ricordare che tempo addietro fu rimossa una targhetta che ricordava don Pino Puglisi e nessuno protestò. Veniamo attaccati soltanto per questioni di immagine, noi dimostreremo con i fatti chi siamo”.
E a Luisa Impastato, nipote di Peppino, che ha parlato di “vandalismo istituzionale”, Trifoli dice: “Non ci giudichi senza conoscerci. La invito a Riace, nostra ospite, affinché veda personalmente cosa facciamo. Cambierà idea. Devo, purtroppo, constatare che i giornalisti si rendono strumento di polemiche inutili e propagandistiche”.
Riace: Ruotolo, tolto cartello Impastato? Sindaco ci ripensi
“Chi ha deciso questo gesto non conosce la storia e la memoria del nostro Paese. Chiedo al sindaco di Riace di ripensarci, perché cancellare la memoria è come cancellare il futuro”. Lo ha dichiarato all’Agi Sandro Ruotolo, presidente Unione cronisti Campania e giornalista da anni sotto scorta per aver ricevuto minacce dal clan dei Casalesi, commentando la decisione dell’amministrazione di Riace di rimuovere dal paese un cartello dedicato a Peppino Impastato insieme a quelli dedicati al tema dell’accoglienza.
“Un Paese senza memoria non ha futuro – ha sottolineato Ruotolo – e la battaglia contro la mafia ha bisogno ancora oggi di punti di riferimento, soprattutto al Sud. I giovani devono sapere che ci sono state persone che in nome della legalità, della giustizia e della battaglia contro la mafia sono morte. E Peppino Impastato è una di queste”.
“Peppino Impastato così come Giancarlo Siani – ha aggiunto ancora – sono i due giornalisti che vivono nella memoria dei giovani di oggi grazie al cinema e alla cultura. Togliere quella scritta conosciuta da migliaia di ragazzi è come togliere un pezzo di storia del nostro Paese” ha concluso Ruotolo.