“La ripresa, a partire dal 7 gennaio, delle attività didattiche in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado è senza dubbio una buona notizia, ma è doveroso tener principalmente conto delle esigenze delle diverse istituzioni scolastiche e, di riflesso, delle tante comunità calabresi che – nel dover rispettare le disposizioni contenute nella comunicazione emanata dal ministero dell’ Istruzione a fine mese – si troverebbero ad affrontare numerose difficoltà, rischiando di vanificare gli sforzi finora profusi per il contenimento del contagio da Covid-19”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Francesco Pitaro.
“È pertanto necessario – continua il consigliere – che la Regione convochi tempestivamente un tavolo di coordinamento funzionale ed efficiente – che coinvolga non solo le prefetture ma anche i dirigenti scolastici e le rappresentanze dei genitori che hanno piena contezza delle varie dinamiche organizzative del territorio calabrese – per fare il punto sulle modalità di ripresa delle attività didattiche nelle scuole superiori, al fine di superare le oggettive difficoltà operative e gestionali delle vari amministrazioni scolastiche”. “La comunicazione prescrive che le entrate a scuola dei ragazzi dovranno essere scaglionate in due turni – uno alle 8,00 e l’altro alle 10,00 – ma non si sono tenute presenti le logistiche che le istituzioni scolastiche si erano già date. Ad avviso di chi nella scuola opera, si tratterebbe di decisioni incoerenti e foriere di preoccupanti disfunzioni assunte ‘a tavolino’ senza considerare i problemi delle tante realtà eterogenee e le soluzioni offerte da chi vive realmente nella comunità scolastica”.
“È pertanto necessario – continua il consigliere – che la Regione convochi tempestivamente un tavolo di coordinamento funzionale ed efficiente – che coinvolga non solo le prefetture ma anche i dirigenti scolastici e le rappresentanze dei genitori che hanno piena contezza delle varie dinamiche organizzative del territorio calabrese – per fare il punto sulle modalità di ripresa delle attività didattiche nelle scuole superiori, al fine di superare le oggettive difficoltà operative e gestionali delle vari amministrazioni scolastiche”. “La comunicazione prescrive che le entrate a scuola dei ragazzi dovranno essere scaglionate in due turni – uno alle 8,00 e l’altro alle 10,00 – ma non si sono tenute presenti le logistiche che le istituzioni scolastiche si erano già date. Ad avviso di chi nella scuola opera, si tratterebbe di decisioni incoerenti e foriere di preoccupanti disfunzioni assunte ‘a tavolino’ senza considerare i problemi delle tante realtà eterogenee e le soluzioni offerte da chi vive realmente nella comunità scolastica”.
Preoccupazione per i pendolari
Pitaro, per esplicitare gli inconvenienti cui si andrebbe incontro, riporta le preoccupazioni di Michele Griffo, presidente del consiglio di Istituto dell’IIS Petrucci–Ferraris–Maresca di Catanzaro, e di Edoardo Poerio Piterà, presidente del Consiglio di Istituto dell’ITTS Ercolino Scalfaro di Catanzaro, istituti in cui “si ha una popolazione scolastica che per circa il 60% è pendolare: ragazzi (di cui il 90% minori) che per poter essere a scuola la mattina partono dai loro domicili alle 7, costretti, stando le disposizioni in atto, a restare fuori dalla scuola fino alle 10 per poi, uscendo alle 15, restare in strada fino alla partenza dell’autobus che solitamente è prevista intorno alle 17. Inoltre, lo scaglionamento orario con ingresso alle 10 espone un gran numero di studenti ai disagi della stagione invernale, oltre a favorire formazioni di gruppi all’esterno delle diverse istituzioni scolastiche. A queste difficoltà si aggiunga l’inefficienza dei trasporti, visto che alcune periferie ne sono sprovviste (borghi silani, frazioni e quant’altro)”.
“Appare evidente – conclude Pitaro – che l’impatto della circolare ministeriale sulla comunità scolastica sarebbe devastante. Se non si armonizzano le scelte nazionali con quelle regionali e locali si vanificherà l’obiettivo principale di ridurre l’esposizione degli studenti e delle loro famiglie al rischio di contagio, rallentando notevolmente la ripresa socio-economica di tutta la Regione”.