Ribellioni nelle carceri. Il Garante dei detenuti di Crotone: “Più attenzione”

Francesco Cufone

di Antonia Opipari – La paura del Coronavirus si è impossessata anche delle carceri italiane. E non poteva essere altrimenti. Dal pomeriggio di ieri, dopo la prima rivolta scoppiata nel penitenziario di Modena, sono 27 le case circondariali scenario di proteste.

Al San Vittore a Milano ed al Regina Coeli a Roma i detenuti si sono arrampicati sui tetti, mentre a Foggia sono evasi in venti. Due i detenuti morti per overdose. Le ribellioni sono cominciate alla notizia del blocco dei colloqui con i familiari come da indicazioni del Decreto sul Covid19. Ma ancora di più i carcerati chiedono rassicurazioni sul contagio ed una riduzione del sovraffollamento.

Al San Vittore a Milano ed al Regina Coeli a Roma i detenuti si sono arrampicati sui tetti, mentre a Foggia sono evasi in venti. Due i detenuti morti per overdose. Le ribellioni sono cominciate alla notizia del blocco dei colloqui con i familiari come da indicazioni del Decreto sul Covid19. Ma ancora di più i carcerati chiedono rassicurazioni sul contagio ed una riduzione del sovraffollamento.

Ciò che sta accadendo in queste ore preoccupa molto anche il Garante comunale dei diritti dei detenuti di Crotone Federico Ferraro il quale, assieme al Garante Nazionale ed a quello Regionale Agostino Siviglia, sta tenendo alta la guardia; già qualche giorno fa Ferraro si è unito all’appello di Siviglia nel chiedere al Commissario Cotticelli, ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria ed al Dirigente del Dipartimento Salute della Regione Calabria, l’istituzione di un Osservatorio regionale permanente per la sanità penitenziaria. «Gli Osservatori Regionali di sanità penitenziaria si occupano di definire periodicamente un piano operativo di indirizzi istituzionali ritenuti strategici per la tutela della salute dei detenuti e delle persone sottoposte a provvedimenti penali, delegandone la concreta programmazione, l’attivazione degli interventi necessari, il monitoraggio e la valutazione dei risultati ad un apposito tavolo operativo – spiega il Garante crotonese -. Oggi più che mai l’Osservatorio è uno strumento indispensabile che permetterebbe un immediato intervento di tutti coloro che interagiscono con il sistema penitenziario calabrese: dalle Autorità di pubblica sicurezza alle Forze dell’Ordine, dalla Magistratura di Sorveglianza all’U.E.P.E, con la figura chiava dell’Autorità di garanzia per le persone sottoposte a restrizioni della libertà personale».

In aggiunta, già dallo scorso 25 febbraio, Ferraro ha esortato le autorità competenti a fare particolarmente attenzione al controllo dei detenuti che vengono dall’esterno, suggerendo che «per costoro è opportuno eseguire un monitoraggio preliminare specifico, con possibilità di utilizzare anche uno spazio di pretriage».

E ancora: «Chiedo alla direzione dell’Istituto ed all’Asp di Crotone, di predisporre al più presto almeno un incontro informativo sul Coronavirus curato da esperti e destinato al personale penitenziario e ai detenuti» dice il Garante comunale. Il meeting avrebbe come obiettivo quello di “stemperare gli animi” della popolazione detenuta ed evitare preoccupazioni tra il personale. L’avvocato Ferraro ha fatto anche un’istanza alla Prefettura, sollecitando la predisposizione di un piano di prevenzione per le strutture prive di assistenza medica h24 come il penitenziario di Crotone. La preoccupazione dell’amministratore e che «in luoghi chiusi come le carceri, il virus ha basse possibilità di entrare ma una volta dentro, ha elevate probabilità di diffondersi».

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