Una parte dei farmaci a base di ossicodone, prescritti illegalmente da un medico a Cosenza, coinvolto da stamane dall’operazione dei carabinieri che hanno eseguito 10 misure cautelari e interdittive, veniva rivenduta dagli intestatari delle ricette. Dal monitoraggio degli indagati è emerso che il farmaco, utilizzato come sostituto dell’eroina, ottenuto a seguito della presentazione delle prescrizioni nelle farmacie del capoluogo bruzio, veniva in parte impiegato per uso personale ed in parte ceduto a terze persone dietro pagamento di un corrispettivo come documentato nel corso di servizi culminati nel sequestro complessivo di 419 compresse.
Rilevante il quantitativo rinvenuto nel corso di una perquisizione domiciliare avvenuta il 6 marzo scorso nell’abitazione di uno degli indagati, in cui i Carabinieri hanno trovato 279 compresse a base di ossicodone di 80 mg e diverse ricette aventi ad oggetto le prescrizioni di tale farmaco, numero sicuramente sproporzionato per la cura di un singola persona. Un altro aspetto che viene imputato agli arrestati è quello relativo all’ulteriore falsificazione materiale delle ricette ricevute dal medico. Estato accertato che gli indagati erano soliti farsi prescrivere il farmaco avente un dosaggio da 20 mg e, alcune volte, da 40 mg. Una volta ottenuta la ricetta, al fine di ottenere un farmaco con un principio attivo più elevato, modificavano manualmente il numero “20” in “80”.
Rilevante il quantitativo rinvenuto nel corso di una perquisizione domiciliare avvenuta il 6 marzo scorso nell’abitazione di uno degli indagati, in cui i Carabinieri hanno trovato 279 compresse a base di ossicodone di 80 mg e diverse ricette aventi ad oggetto le prescrizioni di tale farmaco, numero sicuramente sproporzionato per la cura di un singola persona. Un altro aspetto che viene imputato agli arrestati è quello relativo all’ulteriore falsificazione materiale delle ricette ricevute dal medico. Estato accertato che gli indagati erano soliti farsi prescrivere il farmaco avente un dosaggio da 20 mg e, alcune volte, da 40 mg. Una volta ottenuta la ricetta, al fine di ottenere un farmaco con un principio attivo più elevato, modificavano manualmente il numero “20” in “80”.
Da quanto documentato non risulta che il medico fosse pienamente consapevole della successiva condotta di falsificazione materiale tenuta dagli indagati, anche se dal contenuto delle conversazioni captate è emerso come l’uomo avesse avuto il sospetto di questa possibilità e come avesse perseverato nella sua condotta.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari i Carabinieri hanno proceduto alla perquisizione domiciliare nei confronti dei 4 titolari delle altre farmacie coinvolte, con contestuale notifica di informazioni di garanzia in ordine al reato di truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale per un ammontare complessivo di 130.699,46 euro, in relazione all’ abusiva erogazione di ulteriori 2.258 confezioni del farmaco. Le indagini, d’intesa con la Procura della Repubblica di Cosenza, continuano per accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nonché per individuare, attraverso ulteriori approfondimenti, eventuali condotte illecite da parte di altre farmacie della provincia.
Circuito illegale di smercio di farmaci oppioidi, 13 misure cautelari