Ricevono 690 mila euro da Regione per rimboschimento, 11 indagati per truffa

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Avevano ottenuto finanziamenti per 690 mila euro dalla regione Calabria per il rimboschimento di un’area, ma hanno eseguito solo in parte i lavori. La truffa è stata scoperta dalla guardia di Finanza di Reggio Calabria, che, su decreto emesso dalla Procura della Repubblica del tribunale di Reggio Calabria e, successivamente convalidato dal Gip, ha eseguito il sequestro preventivo di oltre 350 mila euro di beni mobili registrati e beni immobili nei confronti di 11 soggetti e due società.

I reati contestati agli indagati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni in tutto e/o in parte inesistenti, da parte di una cooperativa di Scilla (Rc). Le fiamme gialle hanno accertato che l’azienda ha eseguito solo parte dei lavori per i quali aveva precedentemente ottenuto il finanziamento producendo falsa documentazione amministrativa/fiscale per comprovare l’avvenuta spesa. Per ottenere, poi, il pagamento delle varie tranche del finanziamento pubblico e, quindi, documentare l’esborso finanziario, gli indagati non hanno avuto remora a produrre alla Regione Calabria una serie di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti attestanti l’acquisto dei beni finanziati con la complicità di funzionari della Regione Calabria, che hanno attestato falsamente i collaudi propedeutici alla concessione del finanziamento.

I reati contestati agli indagati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni in tutto e/o in parte inesistenti, da parte di una cooperativa di Scilla (Rc). Le fiamme gialle hanno accertato che l’azienda ha eseguito solo parte dei lavori per i quali aveva precedentemente ottenuto il finanziamento producendo falsa documentazione amministrativa/fiscale per comprovare l’avvenuta spesa. Per ottenere, poi, il pagamento delle varie tranche del finanziamento pubblico e, quindi, documentare l’esborso finanziario, gli indagati non hanno avuto remora a produrre alla Regione Calabria una serie di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti attestanti l’acquisto dei beni finanziati con la complicità di funzionari della Regione Calabria, che hanno attestato falsamente i collaudi propedeutici alla concessione del finanziamento.

Le indagini hanno consentito di accertare che i costi relativi all’acquisto delle piantine da utilizzare per il rimboschimento del terreno erano stati fittiziamente triplicati, da una azienda compiacente. Il sequestro ha riguardato liquidità su conti correnti, buoni fruttiferi postali, carte prepagate, fondi pensione, depositi di risparmio e fondi di investimento, oltre a 7 autoveicoli e 2 motociclette intestate agli 11 indagati.

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