Richard Gere a Catanzaro: “Vedere la Calabria dall’alto è un’esperienza stupenda” (VIDEO)

"Arrivare in aereo e vedere dall'alto mare, campi, colline, montagne è stata un'esperienza stupenda. Conservate questo panorama mozzafiato come un segreto"

di Daniele Fazio – Questa mattina, a Catanzaro, nella sede della Cittadella regionale di Germaneto, il noto attore Richard Gere ospite del Magna Graecia Film Festival ha ospitato la stampa. “Grazie per essere qui, vedo tutti questi volti sorridenti di persone felici e ciò mi rallegra. In questi due anni, causa Covid, non ho potuto lasciare il mio Paese e sono lieto di essere oggi qui in Calabria. Questo è uno dei miei primi viaggi all’estero da quando è iniziata la pandemia ed è giusto che io sia qui in Italia che considero la mia seconda casa. Arrivare in aereo e vedere dall’alto mare, campi, colline, montagne è stata un’esperienza stupenda. Conservate questo panorama mozzafiato come un segreto, – consiglia Gere – in maniera che rimanga intatto”.

Come sta cambiando il cinema

Come sta cambiando il cinema

“Quello che ci unisce è il cinema, con il coronavirus – afferma Gere – non sappiamo come cambierà la fruizione dei film e il modo in cui le storie vengono raccontate, credo però che ci sarà sempre spazio per i festival come questo di Catanzaro. Eventi che sono concentrati sulla comunità, il territorio e il senso di condivisione della narrazione, dove c’è la partecipazione delle istituzioni locali slegata dall’aspetto meramente commerciale. Sono un dinosauro e sono felice di esserlo. Dall’ultima volta che sono andato al cinema è trascorso moltissimo tempo, il Covid ha modificato radicalmente le abitudini, ma anche l’avvento di internet e degli smartphone ha allontanato le persone dalle sale cinematografiche. Ciò consenta ai piccoli produttori indipendenti, che non hanno accesso alla grande industria del cinema, di essere conosciuti su larga scala da un pubblico più ampio. Manca però il senso di comunità, il vedere un film insieme a un gruppo perdendo le origini stesse del cinema che agli albori possiamo intenderlo come un gruppo di persone radunate intorno a un fuoco con qualcuno che narra una storia”. Richard Gere sarà protagonista questa sera, alle 21:00, di un atteso talk nell’Arena Porto di Catanzaro che si preannuncia gremita in ogni ordine di posto.

Pretty Woman e la scelta di non fare il regista

“Bisogna capire come vengono realizzati i film. Pretty Woman nel 1990 ha avuto un successo che nessuno si aspettava. A me e a Julia Roberts hanno avanzato alcune proposte per un sequel dove magari ci sposavamo, io mi candidavo alle elezioni e poi si scopriva che mia moglie era stata una prostituta. Di fatto però la sceneggiatura non è mai andata oltre a questi intenti e non è stato concretizzato alcun progetto per un Pretty Woman. Credevamo fosse un piccolo film, non una pellicola che creasse una forma di identificazione collettiva. E’ stata una magia, polvere di stelle, come innamorarsi: non lo si decide, ci si innamora e basta. Sono cose che succedono, fuori controllo. So di essere un rompiscatole, conosco troppe cose, non potrei e non ho mai pensato di fare il regista anche se ho collaborato con loro sempre in maniera stretta. Il regista non è una figura irraggiungibile, ma di unione e forte collaborazione. Sono soddisfatto e contento di quello che ho fatto, a parte qualche film nel quale appunto non ho avuto il giusto rapporto con il regista. Avendo quattro figli e avendo deciso di dedicare a loro le mie energie, non era una scelta praticabile fare il regista e allontanarmi un anno e mezzo da loro per una produzione”.

Il buddismo e la felicità

“Ci sono otto miliardi di persone al mondo – ricorda Gere – e penso che dovrebbero esserci otto miliardi di religioni sulla terra. Non mi aspetto che nessuno diventi buddista, desidero che ognuno possa essere felice a proprio modo, seguendo la propria strada. C’è una preghiera, tra le tante, che mi ripeto spesso, quella di voler creare un collegamento tra tutte le religioni perché tutti noi abbiamo vissuto e seguito infinite strade nell’andare verso l’amore, verso la connessione, verso l’armonia con l’universo. Il senso di appartenenza, il senso di responsabilità sono fondamentali. Ciò che importa è la motivazione, non il percorso che si segue”.

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