L’ufficio legale dell’Asp di Catanzaro aveva richiesto ai medici del 118 la restituzione delle somme indebitamente percepite negli ultimi 10 anni per indennità aggiuntiva, di cui al punto n. 29 AIR 2006, entro 30 giorni dal ricevimento della diffida e nel contempo ne sospendeva il pagamento.
Veniva altresì notificato ai suddetti professionisti un piano di recupero di ulteriori somme con trattenute mensili a partire dallo stipendio del mese di luglio 2020.
Veniva altresì notificato ai suddetti professionisti un piano di recupero di ulteriori somme con trattenute mensili a partire dallo stipendio del mese di luglio 2020.
Non è tardata la contromossa dei medici del 118 Francesco Bonacci, Maria Concetta Diaco, Antonio Scerra e Caterina Lamanna, i quali, tramite lo studio legale Talerico e Porcaro di Catanzaro, hanno diffidato l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro a voler interrompere ogni tipo di trattenuta e restituire entro sette giorni le somme indebitamente trattenute, ritenendo che tale azione avrebbe potuto determinare anche responsabilità penali. In caso contrario, gli stessi avrebbero provveduto a chiamare in causa la competente Procura della Repubblica.
Tramite la CISL Medici in persona del Segretario Regionale dr.Nino Accorinti, avevano già contestato tale richiesta ritenendola illegittima, ma l’Asp di Catanzaro ha proseguito ugualmente nell’azione di recupero operando le trattenute sulle loro buste paga.
Oltre a ciò, nell’atto di diffida del legale, si contesta anche la circostanza della sospensione dell’erogazione dell’indennità aggiuntiva in questione. A tal fine, si invita il Commissario dell’Asp di Catanzaro a voler immediatamente ripristinarne la corresponsione e, per meglio esporre le proprie tesi, a fissare un incontro interlocutorio.
Redazione Calabria 7