Riciclaggio di denaro all’estero, sequestrati beni per 11 milioni a un uomo di origine calabrese (VIDEO)

Il destinatario del provvedimento, residente nel territorio della provincia di Livorno, è ritenuto socialmente pericoloso

I finanzieri del Comando provinciale di Firenze, unitamente ai colleghi del Comando provinciale di Livorno, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Livorno, hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Firenze, su richiesta della stessa Procura, con cui si dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni – per un valore complessivo superiore a 11 milioni di euro – riconducibili ad un soggetto di origine calabrese residente nel territorio della provincia di Livorno, ritenuto socialmente pericoloso.

Denunce e condanne per diversi reati

Denunce e condanne per diversi reati

La posizione dell’uomo, gravato sin dal 1967 da plurime denunce e condanne per vari reati, tra i quali più episodi di usura, falsificazione di monete, ricettazione, estorsione, lesioni personali, sequestro di persona e violenza privata, detenzione e porto abusivo d’armi, era di nuovo emersa nell’ambito di un’operazione condotta nel marzo 2021 dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Firenze che, sempre sotto il coordinamento della stessa Procura della Repubblica di Livorno, aveva dato esecuzione a un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale labronico con cui era stato disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, anche per equivalente, fino alla concorrenza di circa 5 milioni e mezzo di euro, in gran parte detenuti all’estero.

Nella circostanza erano stati contestati i reati di riciclaggio transnazionale di proventi illeciti nonché il ricorso fraudolento alla procedura di rientro agevolato di capitali dall’estero, nota quale Voluntary Disclosure.

La pericolosità sociale dell’uomo

In relazione alle evidenze delle attività investigative, la Procura della Repubblica di Livorno ha delegato il G.I.C.O. di Firenze a svolgere apposita indagine di natura economico-patrimoniale ai sensi del “Codice Antimafia” finalizzata all’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale, misure applicabili anche nei confronti di soggetti che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose (c.d. “pericolosità sociale generica”).

Sul punto, una volta documentata la pericolosità sociale, l’analisi economica ha consentito di ricostruire – attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze anche con l’ausilio dei reparti del Corpo livornesi – il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità del soggetto, accumulato in decenni di attività, il cui valore risulterebbe sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

I beni sequestrati

Su queste basi, con il provvedimento in esecuzione, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Firenze – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – ha decretato il sequestro, finalizzato alla confisca, di 66 unità immobiliari (tra abitazioni, terreni, fondi commerciali) ubicate tutte in provincia di Livorno tra Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci, Piombino, Suvereto, Rosignano Marittimo e San Vincenzo, per un valore complessivo pari a 6.130.000 euro, oltre a disponibilità finanziarie in Liechtenstein, ivi giunte dalla Svizzera, del valore di 5.353.840 euro, per un importo complessivo superiore a 11 milioni di euro.

Alla misura adottata dal Tribunale potrà seguire la confisca del patrimonio, all’esito dell’apposito procedimento nel quale il soggetto destinatario potrà dimostrare che i beni o il denaro sono di legittima provenienza o che di essi non poteva disporne direttamente o indirettamente.

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