Dalla giornata di oggi, mercoledì 7 aprile, rientrano a scuola per seguire le lezioni in presenza circa 5 milioni di alunni di asili, elementari e studenti del primo anno delle medie, anche nelle zone rosse, per effetto del decreto del Governo del 1° aprile. Il nuovo decreto Covid, infatti, prevede il ritorno a scuola nelle zone rosse di tutti gli alunni fino alla prima media, dad dalla seconda media in poi. “È un grande segno di fiducia nel Paese”, ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “I ragazzi vanno al 50% nelle zone arancioni ma stiamo lavorando tutti moltissimo perchè possano tornare tutti nelle loro scuole il prima possibile”.
La misura non è derogabile dai presidenti delle Regioni, tranne nei casi “di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di deroga sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l’applicazione a specifiche aree del territorio.”
La misura non è derogabile dai presidenti delle Regioni, tranne nei casi “di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di deroga sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l’applicazione a specifiche aree del territorio.”
Con il riavvio della scuola in presenza tornano di attualità le misure di sicurezza sui mezzi pubblici: anche nelle zone rosse i prefetti dovranno valutare l’impatto sul sistema del trasporto pubblico locale. A indicarlo, come riporta SkyTg24, è una circolare firmata dal capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi. I valori di riferimento sono quelli del Dpcm del 2 marzo scorso che prevedono “un riempimento di quelli adibiti al trasporto pubblico locale non superiore al 50% dei posti e un riempimento dell’80% per i mezzo di trasporto scolastico dedicato”.