Potrebbe trattarsi di un caso, ma non è così. Le Autonomie locali sembrano francamente impotenti, nel Reggino, di fronte all’inerzia della Regione che – di fatto – sta lasciando che i rifiuti prendano il posto delle persone, delle auto, dei muri, degli stessi mastelli per i rifiuti.
A Reggio Calabria e nell’intero comprensorio metropolitano, da tempo non bastano più neppure gli sforzi straordinari in capo ai singoli Comuni per togliere i cumuli di scarti depositati “a valanga” ovunque. Ed ecco che, come da foto, le strade diventano ricettacoli di qualsiasi cosa; in quantità industriale, però. E questo, fatalmente, soprattutto nei quartieri periferici come, a Reggio, Arghillà.
A Reggio Calabria e nell’intero comprensorio metropolitano, da tempo non bastano più neppure gli sforzi straordinari in capo ai singoli Comuni per togliere i cumuli di scarti depositati “a valanga” ovunque. Ed ecco che, come da foto, le strade diventano ricettacoli di qualsiasi cosa; in quantità industriale, però. E questo, fatalmente, soprattutto nei quartieri periferici come, a Reggio, Arghillà.
Dai materassi ai mobili interi passando per le cassette della frutta e le lavatrici, naturalmente.
Stremato dall’immobilismo dell’Ente regionale, in questi stessi giorni il sindaco reggino Giuseppe Falcomatà ha tirato fuori la “sua” soluzione “fatta in casa”: riempire la zona retrostante dell’impianto di servizio Mbt di Sambatello di cilindri di rifiuti pressati (le classiche ecoballe). Circa 3mila ecoballe andrebbero a occupare le pertinenze del sito di valorizzazione dei rifiuti.
Ma i cittadini della frazione nella periferia Nord non vogliono neanche sentirne parlare, e sono scesi in piazza davanti al sito per chiedere che non diventi il giaciglio di queste montagne di scarti per il previsto semestre, in attesa dell’agognata apertura della discarica di Melicuccà, nella Piana di Gioia Tauro.
Il timore è che questa slavina d’ecoballe possa accrescere la già preoccupante incidenza di patologie tumorali sul territorio.
La situazione si fa difficile, considerato anche lo sciopero di 48 ore già effettuato dai lavoratori di Avr ed EcologiaOggi che ha aggravato la situazione e il contesto, reso particolarmente teso e difficile dall’esplosione dell’inchiesta “Helios”.
D’altro canto, nella Locride la situazione non è così diversa. La gente è spazientita per l’accumularsi dell’immondizia sotto casa e nelle strade. E così gli amministratori pubblici hanno chiesto che sia direttamente il Prefetto reggino Massimo Mariani a prendere in mano la situazione, anche per scongiurare l’imminente, ulteriore astensione dal lavoro degli operatori di Ecologia Oggi.