Rifiuti: Pd Calabria, ordinanza Santelli aggraverà emergenza

pd cosenza

“La soluzione prospettata dalla nuova ordinanza della presidente Santelli sui rifiuti non solo non risolve nulla, ma aumenterà la quantità di rifiuti a terra”.

Lo afferma il gruppo del Pd in Consiglio regionale. “I cittadini – dicono i consiglieri regionali del Pd – vogliono sapere se oggi si raccoglie la spazzatura o no. E da quello che c’è scritto in questa ordinanza pare proprio di no. Se l’intento, infatti, era quello di porre mano, in emergenza, a una situazione che sta diventando drammatica, l’ordinanza appare viziata da due difetti fondamentali: innanzitutto, detta dei tempi oggettivamente inattuabili, in secondo luogo nasce senza il minimo raccordo con i sindaci”. Secondo il gruppo del Pd alla Regione, “la rivolta in atto da parte dei primi cittadini calabresi, senza differenze di schieramento politico, dimostra che non si può ordinare in astratto, senza aver preso contezza e ragionato insieme a coloro che vivono quotidianamente la situazione concreta. I sindaci chiedono l’avvio di un processo graduale ma incisivo che punti a privilegiare un circuito di gestione interamente pubblico e a dismettere progressivamente ogni rapporto con le società private per la gestione degli impianti e delle discariche. Una prima direzione, chiara e percorribile, può venire dalla proposta di una impiantistica plurale, a cominciare dalla zona settentrionale dell’Ato di Cosenza: tre mini impianti pubblici, concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza fra i 150mila e i 200mila abitanti. La soluzione – conclude il gruppo del Pd regionale – non può essere né il mega impianto, oggettivamente fuori scala, né continuare a scavare e allargare nuove e vecchie buche da riempire”.

Lo afferma il gruppo del Pd in Consiglio regionale. “I cittadini – dicono i consiglieri regionali del Pd – vogliono sapere se oggi si raccoglie la spazzatura o no. E da quello che c’è scritto in questa ordinanza pare proprio di no. Se l’intento, infatti, era quello di porre mano, in emergenza, a una situazione che sta diventando drammatica, l’ordinanza appare viziata da due difetti fondamentali: innanzitutto, detta dei tempi oggettivamente inattuabili, in secondo luogo nasce senza il minimo raccordo con i sindaci”. Secondo il gruppo del Pd alla Regione, “la rivolta in atto da parte dei primi cittadini calabresi, senza differenze di schieramento politico, dimostra che non si può ordinare in astratto, senza aver preso contezza e ragionato insieme a coloro che vivono quotidianamente la situazione concreta. I sindaci chiedono l’avvio di un processo graduale ma incisivo che punti a privilegiare un circuito di gestione interamente pubblico e a dismettere progressivamente ogni rapporto con le società private per la gestione degli impianti e delle discariche. Una prima direzione, chiara e percorribile, può venire dalla proposta di una impiantistica plurale, a cominciare dalla zona settentrionale dell’Ato di Cosenza: tre mini impianti pubblici, concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza fra i 150mila e i 200mila abitanti. La soluzione – conclude il gruppo del Pd regionale – non può essere né il mega impianto, oggettivamente fuori scala, né continuare a scavare e allargare nuove e vecchie buche da riempire”.
Redazione Calabria 7

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