Riforma Cartabia, l’allarme dei principali magistrati antimafia: “Favorisce i colletti bianchi”

La "ghigliottina" della Cartabia non taglierà la testa ai politici corrotti ma i loro processi. I reati di corruzione, peculato e concussione rischiano di rimanere impuniti

Una riforma che non piace ai principali magistrati antimafia italiani. Da Gratteri a Di Matteo il coro è unanime: un pericoloso arretramento nella lotta alle mafie. I correttivi voluti da Giuseppe Conte e dal Movimento Cinquestelle non sembrano trovare consensi tra le toghe impegnate in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata e vengono giudicati come “un accordo al ribasso”. Già qualche settimana fa il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli (uno dei migliori magistrati italiani) aveva definito la riforma della giustizia come un’amnistia mascherata tesa a salvare i “colletti bianchi”. Ieri sera, ospite di “In Onda” su La7, Nicola Gratteri ha rincarato la dose: “La politica è d’accordo perché non ama essere controllata”. Così quella che domenica arriverà in parlamento sarà “la peggiore riforma di sempre” scritta da “un ministro che non è mai stata in un’aula di tribunale”. Il copyright dell’ultima frase è diviso a metà tra Nicola Gratteri e Alfonso Sabella, il magistrato “cacciatore di latitanti”. Le recensioni, insomma, continuano a essere negative. La soluzione trovata è quella di prevedere una corsia speciale per i reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale, traffico di droga gestito dalle mafie. Per questi processi ci saranno tempi più lunghi: fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024. E i reati contro la pubblica amministrazione? Obiettano diversi magistrati. Nel novero rientrano quelli commessi dai cosiddetti “colletti bianchi”: il peculato, la corruzione, la concussione. Per questi reati non è previsto alcuno stop all’improcedibilità. Il lavoro delle Procure ordinarie rischia di andare in fumo. La “ghigliottina” della Cartabia non taglierà la testa ai politici corrotti ma i loro processi che finiranno in prescrizione. Esultano anche gli imprenditori collusi e le “teste di legno”, quelli delle bancherotte fraudolente e delle intestazione fittizie di beni. Senza l’aggravante mafiosa, commettere questo genere di reati e rimanere impuniti sarà molto più facile.

Tutte le modifiche della riforma Cartabia

Tutte le modifiche della riforma Cartabia

La riforma riguarderà “solo” i reati commessi dopo il primo gennaio 2020, entrerà in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge, e sarà in vigore gradualmente, per consentire agli uffici giudiziari di organizzarsi, anche tenendo conto dell’arrivo dei 16.500 assistenti dei magistrati, previsti dall’ufficio del processo, e dei circa 5mila per il personale amministrativo. In un primo periodo i termini saranno più lunghi. Per i primi 3 anni, entro il 31 dicembre 2024, i termini saranno più lunghi per tutti i processi (3 anni in appello, un anno e mezzo mesi in Cassazione), con possibilità di proroga fino a 4 anni in appello (3+1 proroga) e fino a 2 anni in Cassazione (un anno e 6 mesi + 6 mesi di proroga) per tutti i processi in via ordinaria. Ogni proroga deve essere motivata dal giudice con un’ordinanza, sulla base della complessità del processo, per questioni di fatto e di diritto e per numero delle parti. Contro l’ordinanza di proroga, sarà possibile presentare ricorso in Cassazione. Di norma, è prevista la possibilità di prorogare solo una volta il termine di durata massima del processo. Solo per alcuni gravi reati – associazione di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti – è previsto un regime diverso. Per questi reati, non c’è un limite al numero di proroghe, che vanno però sempre motivate dal giudice sulla base della complessità concreta del processo.
Per i reati con aggravante del metodo mafioso, oltre alla proroga prevista per tutti i reati, ne sono previste come possibili ulteriori due (massimo 3 anni di proroga) sia in appello che in Cassazione. Ciò significa massimo 6 anni in appello e massimo 3 anni in Cassazione nel periodo transitorio (fino al 2024) che diventano massimo 5 anni in appello e massimo 2 anni e mezzo in Cassazione a regime, ossia dal 2025. I reati puniti con l’ergastolo restano esclusi dalla disciplina dell’ improcedibilità.

LEGGI ANCHE | Raccolta firme contro la riforma Cartabia, Granato: “Cancella la giustizia penale” (VIDEO)

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Nel corso dell'incontro sarà presentato il dossier elaborato dai circoli locali di Legambiente basato sulla campagna di monitoraggio effettuata su alcune aste fluviali
Messa in sicurezza l’area, è stato chiuso al traffico il tratto interessato dal rogo per il tempo necessario alle operazioni di spegnimento
Il governatore: "La nostra terra ha vitigni eccellenti e tante piccole cantine"
Ordinato sacerdote nel 1936 fu membro per sedici anni della Compagnia di Gesù, insegnando filosofia e teologia
Sul posto il personale medico del 118 ed i carabinieri per i rilievi del caso, assieme a squadre dell'Anas
Le osservazioni in vista della conferenza di impatto ambientale
L'aspirante primo cittadino parla anche delle "condizioni disagevoli per l’erogazione delle prestazioni" e del "sovraccarico di lavoro"
Il più grande festival della regione, dall’anima itinerante e dal respiro internazionale, sarà inaugurato lunedì 15 aprile
Intanto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è in contatto con i prefetti delle città italiane
L'uomo non ha saputo specificare la provenienza del denaro che per gli investigatori sarebbe frutto di illeciti
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved