Riforma del welfare, Gallo: “Se ne discuta in Consiglio”

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«Ribadisco ciò che chiediamo da tempo, ma invano: sia il Consiglio regionale ad occuparsi della riforma del welfare».

In risposta alle critiche provenienti dal Terzo Settore, il consigliere regionale Gianluca Gallo torna a reiterare la richiesta che a trattare i provvedimenti destinati a cambiare il volto del settore sia l’assemblea legislativa calabrese. «Sorprende, e non poco», dice il capogruppo della Cdl, «leggere dichiarazioni secondo le quali la mancata definizione della riforma del welfare sarebbe da ricondursi alla Terza Commissione consiliare ed al sottoscritto. Come se negli ultimi 5 anni la Calabria fosse stata governata da altri che non da Oliverio, come se la riforma voluta da Oliverio e dal suo ex assessore Roccisano non fosse stata sonoramente bocciata dalla magistratura». Prosegue Gallo: «Sarebbe facile, date le premesse, cedere alla tentazione della polemica, non fosse altro per replicare alla falsa contestazione secondo cui la Terza Commissione avrebbe bloccato il Regolamento di riforma. Tuttavia, non è questo che i calabresi si attendono da chi li rappresenta. Da due anni siamo impegnati, insieme ai colleghi di maggioranza, nella definizione di un cammino che, nel rispetto delle competenze, consenta di individuare linee guida alle quali attenersi per uscire dalla palude nella quale il welfare calabrese è finito dopo le scelte del governatore e del suo ex assessore. Il lavoro svolto, ratificato all’unanimità attraverso ordini del giorno, mozioni ed atti di indirizzo, in Assemblea come in Terza Commissione, ha trovato tutti attenti e disponibili, tranne il governatore, per inspiegabili motivi rimasto sordo persino agli appelli rivoltigli dalla sua maggioranza». Aggiunge l’esponente della Cdl: «Dispiace dover constatare come la centralità del Consiglio regionale venga ignorata ed anzi considerata da alcuni come un fastidio. Proprio per questo invitiamo ufficialmente il presidente del Consiglio Nicola Irto a difendere con forza le prerogative dell’Assemblea: non è possibile che atti peraltro assunti in maniera unanime vengano cestinati dalla giunta. Neppure è immaginabile che funzioni proprie dei consiglieri, come il compito di indirizzo, vengano esternalizzate ed affidate a soggetti terzi». Conclude Gallo: «Ci rifiutiamo di arrenderci a vecchie logiche. Non sono le divisioni ciò di cui la Calabria ha bisogno, ma l’armonia ed il rispetto delle regole. Il Forum del Terzo Settore ha sollecitato un’audizione in Terza Commissione: valuterà il presidente Mirabello. Personalmente, lo considero un importante momento di confronto, nella convinzione che le riforme vadano fatte insieme, recuperando perciò anche il rapporto con i Comuni, negli ultimi anni ridotti a meri esecutori di scelte prese altrove da altri. C’è un sistema di relazioni da ricostruire e di orizzonti da definire e questo, dopo i doverosi passaggi nelle sedi opportune, non può che avvenire col suggello del Consiglio regionale. Da tempo lo chiediamo: auspichiamo che Oliverio trovi un po’ di tempo per dedicarsi, finalmente, a qualcosa di davvero utile per i calabresi».

In risposta alle critiche provenienti dal Terzo Settore, il consigliere regionale Gianluca Gallo torna a reiterare la richiesta che a trattare i provvedimenti destinati a cambiare il volto del settore sia l’assemblea legislativa calabrese. «Sorprende, e non poco», dice il capogruppo della Cdl, «leggere dichiarazioni secondo le quali la mancata definizione della riforma del welfare sarebbe da ricondursi alla Terza Commissione consiliare ed al sottoscritto. Come se negli ultimi 5 anni la Calabria fosse stata governata da altri che non da Oliverio, come se la riforma voluta da Oliverio e dal suo ex assessore Roccisano non fosse stata sonoramente bocciata dalla magistratura». Prosegue Gallo: «Sarebbe facile, date le premesse, cedere alla tentazione della polemica, non fosse altro per replicare alla falsa contestazione secondo cui la Terza Commissione avrebbe bloccato il Regolamento di riforma. Tuttavia, non è questo che i calabresi si attendono da chi li rappresenta. Da due anni siamo impegnati, insieme ai colleghi di maggioranza, nella definizione di un cammino che, nel rispetto delle competenze, consenta di individuare linee guida alle quali attenersi per uscire dalla palude nella quale il welfare calabrese è finito dopo le scelte del governatore e del suo ex assessore. Il lavoro svolto, ratificato all’unanimità attraverso ordini del giorno, mozioni ed atti di indirizzo, in Assemblea come in Terza Commissione, ha trovato tutti attenti e disponibili, tranne il governatore, per inspiegabili motivi rimasto sordo persino agli appelli rivoltigli dalla sua maggioranza». Aggiunge l’esponente della Cdl: «Dispiace dover constatare come la centralità del Consiglio regionale venga ignorata ed anzi considerata da alcuni come un fastidio. Proprio per questo invitiamo ufficialmente il presidente del Consiglio Nicola Irto a difendere con forza le prerogative dell’Assemblea: non è possibile che atti peraltro assunti in maniera unanime vengano cestinati dalla giunta. Neppure è immaginabile che funzioni proprie dei consiglieri, come il compito di indirizzo, vengano esternalizzate ed affidate a soggetti terzi». Conclude Gallo: «Ci rifiutiamo di arrenderci a vecchie logiche. Non sono le divisioni ciò di cui la Calabria ha bisogno, ma l’armonia ed il rispetto delle regole. Il Forum del Terzo Settore ha sollecitato un’audizione in Terza Commissione: valuterà il presidente Mirabello. Personalmente, lo considero un importante momento di confronto, nella convinzione che le riforme vadano fatte insieme, recuperando perciò anche il rapporto con i Comuni, negli ultimi anni ridotti a meri esecutori di scelte prese altrove da altri. C’è un sistema di relazioni da ricostruire e di orizzonti da definire e questo, dopo i doverosi passaggi nelle sedi opportune, non può che avvenire col suggello del Consiglio regionale. Da tempo lo chiediamo: auspichiamo che Oliverio trovi un po’ di tempo per dedicarsi, finalmente, a qualcosa di davvero utile per i calabresi».

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