di Alessandro Manfredi – La Calabria, ora come non mai, dopo la devastazione socio-economica generata dal Covid-19, ha un unico obiettivo: tentare di evolvere e valorizzare l’estremo potenziale nel settore Turismo, dopo il totale fallimento della politica fino ad oggi.
Il Consiglio regionale odierno rappresenta, in questo senso, una finestra dalla quale affacciarsi per osservare cosa sta producendo la Giunta Regionale guidata dal governatore Jole Santelli per rilanciare pesantemente il settore. Il presidente relazionerà oggi nell’aula di Palazzo Campanella, nella terza seduta dell’Assemblea da quando il nuovo Consiglio è stato eletto, dal 26 gennaio scorso. Tanto tempo, evidentemente, per preparare un piano accurato e finalizzato a sfruttare le risorse a disposizione. Ed invece non è così.
Il Consiglio regionale odierno rappresenta, in questo senso, una finestra dalla quale affacciarsi per osservare cosa sta producendo la Giunta Regionale guidata dal governatore Jole Santelli per rilanciare pesantemente il settore. Il presidente relazionerà oggi nell’aula di Palazzo Campanella, nella terza seduta dell’Assemblea da quando il nuovo Consiglio è stato eletto, dal 26 gennaio scorso. Tanto tempo, evidentemente, per preparare un piano accurato e finalizzato a sfruttare le risorse a disposizione. Ed invece non è così.
Nel “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR)per gli anni 2020-2022 (Art. 36 del Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)” nato dalla Giunta del 1 aprile 2020 tutto quello che però ci si attendeva, sperando in una specie di rivoluzione del settore, auspicando in una visione illuminata con determinata competenza, sembra non esserci.
Nel piano annuale 2020, le attività programmate sono a valere su tutti i quattro macro ambiti
del PRSTS: “Territorio e Patrimonio”, “Competitività e Lavoro”, “Immagine e Promozione”, e
“Governance”. Dei quattro macro-ambiti tre sono spiegati senza coglierne la sostanza, mentre quello “Immagine e Promozione” è certamente il più curato. Tanta pubblicità e tanta partecipazione attraverso stand agli eventi. Cose solite, già viste, e che tali vengono riproposte. Non si fa alcun accenno a politiche pratiche di confronto con i Paesi internazionali e viene ignorato ogni tipo di investimento strutturale. E non possono bastare gli esami per direttori di agenzia turistica o la formazione di guide turistiche. Come non può bastare solo tanta pubblicità. Non è chiaro, al momento, come la Calabria gestirà i rapporti internazionali, se sarà in grado di creare rete tra le agenzie di viaggio della regione e quelle dei Paesi in cui pescare i turisti. E’ urgente mappare i servizi albreghieri ed extralberghieri, non solo per classificarli, come la Regione si è proposta di fare. Lo studio serve per sviluppare anche in quel caso una rete che possa incentivare la crescita di tutti i territori calabresi sviluppando pacchetti viaggio di varie misure, tra gli 800 km di costa e la montagna. Non c’è un piano d’azione perentoria su turismo dell’entroterra e turismo religioso. Costruire manuali di parole ben scritte non significa affatto agire. Perché ci si domanda: d’accordo la promozione, ma per pubblicizzare cosa?
E’ fondamentale che il settore Turismo della Calabria si attrezzi di esperti altamente competenti, capaci di costruire una rete di cooperazione a più livelli e che coinvolga tutti gli operatori del settore e tutti i sindaci calabresi. Il potenziale è enorme ed è solo l’incompetenza e la malafede che hanno impedito alla Calabria di poter competere con le mete più importanti d’Italia fino ad oggi. Non basta avere qualche città con villaggi o alberghi o altri servizi all’altezza. Se sei una regione che scarica fogna in mare, se sei una regione dove gli scarichi abusivi sono migliaia, se i depuratori non funzionano, se non offri servizi adeguati, se non hai zone coperte da servizio idrico sufficiente e se non hai neppure un territorio coperto da una rete fibra e penalizzato dal punto di vista digitale, capisci che non hai molto da pubblicizzare per attrarre i turisti. La prima domanda alla quale rispondere è: perché un turista deve venire in Calabria? E la seconda: cosa può fare un turista in Calabria? Infine, la terza: che servizi riceve un turista in Calabria?
Il turismo per decollare ha bisogno di soddisfare con risposte adeguate questi interrogativi. Il settore, considerata anche la buona disponibilità al fare squadra riscontrata in molti imprenditori colpiti dal Covid e con necessità di non veder morire le loro attività, potrebbe rilanciarsi con la mentalità del “mettersi insieme”, ampliando anche la potenzialità di offerta ai turisti. Ad esempio, se i turisti di un villaggio o di un albergo, attraverso il trasporto sovvenzionato dalla Regione alle autolinee, anche private, potessero raggiungere i centri di tutta la Calabria, con l’incentivo di buoni sconto da utilizzare in tutte le attività commerciali, avremmo già coinvolto vari settori e varie aziende in una cooperazione capace di accrescere la competitività. Vanno ripensati i lungomari e le strutture balneari, richiamando magari la cultura della Magna Graecia. Strutture, alberghi e villaggi a tema, attraverso la valorizzazione della cultura, la visita dei luoghi e la raggiungibilità degli stessi. Insomma, solo idee, che non si scorgono nel documento. Tutto sarà magari pronto e pianificato, ci saranno azioni in tal senso e si starà già concordando uno scambio economico e turistico sul Mediterraneo, altro sbocco in cui la Calabria non ha mai intrapreso la giusta strada.
Di fatto, se il Turismo e l’Ambiente devono essere, come ovvio che sia, i motori del rilancio economico della regione, appare chiaro che di fronte a tanta promozione e a poca visione programmatica, chi si illudeva di una grande reazione della classe dirigente, rimarrà verosimilmente deluso. Con la flebile speranza di essere smentiti dai fatti.