“Rimasto in acqua per tre ore”, il drammatico racconto di un superstite della strage di Cutro

L’uomo ha perso una nipotina di 6 anni: "E' morta per ipotermia". Un altro migrante ha parlato dell'incontro con la Meloni: "Si è messa a piangere"
migranti calabria

“Sono rimasto in acqua almeno tre ore aggrappato ad un pezzo della barca e sono stato recuperato quando era già giorno da una motovedetta della Guardia costiera”. A raccontarlo è uno dei superstiti del naufragio di Steccato di Cutro sentito dal gip del Tribunale dei minorenni di Catanzaro nell’incidente probatorio disposto per cristallizzare le testimonianze dei naufraghi. L’uomo, nell’incidente, ha perso una nipotina di 6 anni, morta, dice lui “per ipotermia”.

Testimonianza drammatica

Testimonianza drammatica

“Ero nella stiva quando c’è stato l’urto – ha raccontato l’uomo, un cittadino siriano – sono subito salito insieme ai miei due nipoti e ci siamo gettati in acqua. La bambina però è morta mentre l’altro nipote si è salvato”. Quest’ultimo aveva raccontato di avere tenuto in braccio la sorellina ma che tutto era stato inutile perché la piccola era morta per il freddo. L’uomo ha poi riferito che poco prima dello scontro con la secca, gli scafisti turchi erano scesi nella stiva per informare i migranti che sarebbero arrivati a breve e quindi avevano messo il motore del caicco al massimo, rompendo poi la leva per evitare di poter decelerare. Quindi avrebbero buttato in acqua un canotto nel tentativo, risultato vano, di fuggire.

L’incontro con Meloni: “Si è messa a piangere”

 “La premier Giorgia Meloni si è messa a piangere durante l’incontro che abbiamo avuto ieri a Roma”. Ha poi raccontato un cittadino siriano che ieri ha fatto parte della delegazione ricevuta a Palazzo Chigi. “Da parte sua – ha aggiunto – c’è stato un forte carico emotivo. Ci ha chiesto delle nostre sofferenze e quando le abbiamo raccontate si è messa a piangere. È stata molto partecipativa. Chi voleva raccontare la propria storia ha potuto farlo. Io e mio nipote – ha aggiunto – le abbiamo chiesto aiuto per far venire in Italia la mamma della bambina e gli altri figli rimasti in Siria per ricongiungimento familiare. Lei ci ha detto che potrebbe aiutarci. Ci ha fatto una promessa per cui per ora l’incontro è stato molto positivo”. 

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