Rinascita Scott, accolto il ricorso del boss Luigi Mancuso: ricusati due giudici

Accolta l'istanza presentata dai difensori del boss di Limbadi. La decisione dopo un precedente annullamento con rinvio della Cassazione
Rinascita-Scott boss Luigi Mancuso

La Corte d’appello di Catanzaro – composta dal presidente Caterina Capitò e dai consiglieri Assunta Maiore e Barbara Saccà – ha accolto la richiesta di ricusazione nei confronti dei giudici Brigida Cavasino e Gilda Romano, due dei tre magistrati che compongono il Tribunale collegiale di Vibo Valentia impegnato nel filone principale di “Rinascita Scott”. L’istanza era stata presentata dalla difesa del boss di Limbadi Luigi Mancuso, rappresentato dagli avvocati Paride Scinica e Francesco Calabrese.

La presunta incompatibilità dei giudici di “Rinascita Scott”

La presunta incompatibilità dei giudici di “Rinascita Scott”

I legali di Mancuso avevano evidenziato come sia la Cavasino che la Romano abbiano già concorso a giudicare alcuni degli imputati e, in particolare, Francesco Parrotta, Graziella Silipigni, Giuseppe e Leone Soriano, in ordine al reato di associazione mafiosa. La loro posizione è stata stralciata per essere riunita al procedimento denominato “Nemea” già definito in primo grado con sentenza emessa il 7 ottobre del 2020. Nelle motivazioni depositate nel marzo del 2021 il Tribunale di Vibo ha certificato l’operatività della cosca Soriano “valutando il contesto associativo ‘ndranghetistico comune a tutti gli originari coimputati del reato di associazione mafiosa esteso all’intero territorio calabrese e in altre parti del territorio nazionale ed estero, retto dalla figura di vertice rappresentata da Luigi Mancuso”. Da qui l’incompatibilità dei due giudici.

L’annullamento con rinvio

La Corte d’appello di Catanzaro, presieduta da Loredana De Franco, aveva però dichiarato l’istanza “infondata” dichiarandola “inammissibile”. “Sebbene – scrivono i giudici – la ricostruzione dell’ampio contesto ‘ndranghetistico nel cui ambito è collocata la cosca Soriano abbia comportato la descrizione di alcuni segmenti fattuali riferibili al Mancuso, vertice dell’area cui facevano capo le altre articolazioni criminali, in nessuna parte della pronuncia sono state espresse valutazioni nel merito, neppure superficiali o sommarie, in ordine alla responsabilità dello stesso”. Istanza respinta con tanto di citazione di una serie di sentenze della Corte di Cassazione.

Cosa succede ora?

La posizione del boss Mancuso sarà ora stralciata dal maxiprocesso e potrebbe essere unita a quella di Giuseppe Accorinti, tra i principali imputati nel procedimento penale: circa un mese fa i giudici, decidendo in sede di rinvio della Cassazione, avevano di fatto dichiarato inefficace un anno e mezzo di istruttoria dibattimentale nei suoi confronti. La prima udienza del nuovo collegio giudicante è fissata per il prossimo 22 settembre dinnanzi al Tribunale di Vibo Valentia presieduto dal giudice Gianfranco Grillone con a latere Laerte Conti e Maria Chiara Sannino (LEGGI QUI). Il presunto boss di Zungri, difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e Daniele Garisto, è imputato anche in un altro troncone di “Rinascita Scott” che si sta invece celebrando davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro dove invece deve rispondere degli omicidi di Roberto Soriano di Filandari e Giuseppe Lo Giudice di Piscopio avvenuti nell’estate del 1996. (mi.fa.)

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