di Mimmo Famularo – C’è un filone di “Rinascita Scott” che è già pronto a scrivere un secondo capitolo giudiziario. Si tratta del troncone relativo agli imputati che sono stati giudicati con rito abbreviato. La terza sezione penale della Corte d’appello di Catanzaro ha fissato infatti per il 10 febbraio del 2023 nell’aula bunker di Lamezia Terme l’inizio del processo di secondo grado. Nel decreto di citazione a giudizio figurano i nomi di 74 imputati per i quali la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e gli avvocati del collegio difensivo hanno proposto ricorso in appello contro la sentenza pronunciata dal gup Claudio Paris il 6 novembre del 2021. In quella circostanza l’impianto accusatorio costruito dall’ufficio di Procura guidato da Nicola Gratteri ha retto quasi completamente ed è stata riconosciuta in primo grado l’operatività dei clan Lo Bianco-Barba-Pardea di Vibo Valentia, Mancuso di Limbadi, Fiarè-Gasparro-Giofrè di San Gregorio d’Ippona, Accorinti di Zungri, ma soprattutto l’unitarietà della ‘ndrangheta vibonese. Stangata per le “nuove leve” di Vibo. Domenico Macri, detto “Mimmo” e Francesco Antonio Pardea sono stati condannati a 20 anni di reclusione. Stessa pena anche per il braccio destro del boss Luigi Mancuso, Pasquale Gallone, per Luciano Macrì, Gregorio Niglia e Saverio Sacchinelli. Al presunto capobastone Domenico Camillo, classe ’41, è stata inflitta una condanna a oltre 15 anni di carcere. Condannato a 13 anni e 4 mesi Gregorio Giofrè di San Gregorio d’Ippona, ritenuto il “ministro dei lavori pubblici” della ‘ndrangheta vibonese. Tra gli imputati anche i collaboratori di giustizia vibonesi Bartolomeo Arena (condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione), Gaetano Cannatà (3 anni e 8 mesi), Michele Camillò (4 anni) ed Emanuele Mancuso (1 anni e 4 mesi), il “rampollo” dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Limbadi, figlio di Pantaleone Mancuso, alias “l’ingegnere”.
Le assoluzioni definitive
Le assoluzioni definitive
Diventano definitive le assoluzioni della notaia Sapienza Comerci e quelle di Francesca Comito, 41 anni di Vibo; Raffaele Solano, 42 anni di Vibo; Fabio Scalamandrè, 46 anni di Vibo; Michele Giardino 31 anni di Polistena; Girolamo Giardino, 58 anni di Rizziconi; Matteo Famà, 32 anni di Vibo; Nicola Fera, 60 anni di Chiaravalle; Francesco Gerace, 44 anni di Vibo; Annunziata Gerace, 48 anni di Vibo; Gabriele Giardino, 26 anni di Cinquefrondi; Emanuela Gradia, 46 anni di Vibo; Francesco La Bella 37 anni di Vibo; Giuseppe Lo Bianco, 50 anni di Vibo; Rosalba Perfidio, 58 anni di Nicotera e Vincenzo Mazzitelli, 49 anni di Vibo. Nei loro confronti la Dda non ha proposto ricorso in Appello. Processo-bis e nuova citazione in giudizio invece per o l’imprenditore e avvocato di Vibo Vincenzo Renda (difeso dall’avvocato Diego Brancia e Francesco Gambardella) e per Maurizio Fiumara, lo zio dell’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Roberto Franco). Entrambi erano stati assolti in primo grado. Tra coloro che avevano incassato l’assoluzione e che a febbraio torneranno sui banchi degli imputati anche Emanuela Chillà e Antonio Di Virgilio.
I nomi dei 74 imputati citati a giudizio
L’ordine di citazione riguarda i seguenti complessivamente 74 imputati (tra parentesi le condanne riportate in primo grado):