di Mimmo Famularo – Il colpo di scena si materializza al termine di una lunghissima giornata. In aula bunker si presenta a sorpresa il procuratore Nicola Gratteri e la sua non è una visita di cortesia. Al termine dei controesami quando il Tribunale collegiale di Vibo sta per mandare in archivio un’altra maxi udienza di “Rinascita Scott”, il capo della Dda di Catanzaro veste la toga e prende la parola. Parla per circa dieci minuti e denuncia il comportamento di alcuni periti addetti alla trascrizioni delle intercettazioni del maxi processo. Periti incaricati dal Tribunale di Vibo Valentia che in più occasioni chiedevano una proroga anche per il deposito delle intercettazioni ma che contestualmente accettavano di lavorare per le difese degli imputati.
Al bar con l’imputato
Al bar con l’imputato
Uno di loro è stato sorpreso dal pm antimafia Annamaria Frustaci a chiacchierare al bar di fronte all’aula bunker del polo industriale di Lamezia Terme con Mario Artusa, uno degli imputati di “Rinascita Scott”. “Lo scorso primo giugno – denuncia Gratteri – il pm ha notato che il perito Nardone era seduto al tavolino del bar con il detenuto agli arresti domiciliari Mario Artusa. All’arrivo della dottoressa Frustaci il perito si è sollevato di scatto ed è scappato, si è allontanato velocemente, mentre l’Artusa si è diretto verso il bar. Il perito, fermato dal pm, non ha fornito alcuna giustificazione per questa conversazione con il detenuto. Il perito del tribunale era seduto al bar mentre conversava con il detenuto, cioè con quello a cui doveva fare la trascrizione“.
Incastrati dalle telecamere e dai post su Facebook
Tutto è stato documentato dalle immagini di videosorveglianza presenti dentro e fuori l’aula bunker e il sostituto procuratore ha presentato una relazione di servizio. Altri due periti sono stati invece “incastrati” da alcuni post pubblicati su facebook e acquisiti dalla Dda di Catanzaro come prova del doppio incarico: da una parte lavoravano per il Tribunale di Vibo e dichiaravano di aver poco tempo per le trascrizioni di Rinascita Scott, dall’altra accettavano gli incarichi di alcuni avvocati che difendono degli imputati nello stesso processo. “Dopo aver chiesto ben 24 mesi di proroga – sottolinea Gratteri – hanno assunto altri incarichi, in altri procedimenti, dai difensori degli stessi imputati cautelati in Rinascita”.
Convocati per il prossimo 5 luglio
Nel corso del suo intervento Gratteri, dopo aver denunciato quanto avvenuto, ha chiesto al Tribunale di Vibo l’apertura di un procedimento per violazione delle norme nei confronti dei periti finiti nel mirino della Dda di Catanzaro: “Chiediamo un’integrazione del collegio peritale, nominando 15-20 periti; di fissare un termine finale per l’esecuzione dell’incarico e al contempo di istituire un termine mensile per i depositi parziali delle trascrizioni; di convocare il collegio peritale per chiedere una serie di chiarimenti”. Detto e fatto. Il Tribunale collegiale presieduto da Brigida Cavasino li sentirà nell’udienza in programma il prossimo 5 luglio.