Rinascita Scott, il controesame di Staiano e “il sentito dire” di Mantella sulla corruzione di giudici e avvocati

Accolto dal collegio la richiesta di udire in aula il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio che a Salerno ha parlato contro alcuni magistrati

di Gabriella Passariello- Domande incalzanti, una dietro l’altra, minando la credibilità e l’attendibilità del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, nel controesame più atteso, quello dell’avvocato Salvatore Staiano, che lo stesso pentito ha definito “corruttore”, nell’ambito dell’inchiesta sulle false perizie per favorire la scarcerazione dell’ex boss scissionista, contribuendo a farlo finire sotto processo . “Ha fatto il mio nome, quello di Pittelli, di altri avvocati, pronunciando finanche il nome di un legale stimatissimo da tutti”. E su questo ultimo Mantella ha replicato in video conferenza dall’aula bunker di Lamezia dove è in corso il processo Rinascita Scott: “Io lo stimo, lo riconosco come una persona onesta, è stato il mio avvocato e tra me e lui c’è stata sempre la scrivania. Ho detto che i mafiosi pensavano che con questo avvocato si potesse avvicinare il giudice Petrini”. Una risposta che non ha convinto Staiano, il quale ha contestato al collaboratore le dichiarazioni rese davanti alla Dda di Salerno, messe nero su bianco in un verbale: “Lei lo ha citato, ha fatto il nome di questo avvocato che ora dice di stimare, definendolo come uno dei canali privilegiati del giudice Marco Petrini, quindi delle due l’una: o siamo tutti corruttori o lei scherzava”. Il tutto dopo aver letto testualmente quanto dichiarato nel verbale dal pentito e le ulteriori risposte di Andrea Mantella, in evidente difficoltà nel parlare, si sono basate tutte “sul sentito dire da altri” e non sulla conoscenza diretta.

I sentito dire di Mantella

I sentito dire di Mantella

Il legale chiede se qualcuno ha dato incarico ad un avvocato (facendone nome e cognome ndr) per scarcerare il pentito in Cassazione: “Si trattava di un accordo corruttivo o dell’espletamento di un’attività professionale?”. Generica la risposta di Mantella: “In base a quanto riferito da Damiano Vallelunga e da Francesco Pesce, era stato preso un impegno economico e se il risultato fosse andato a buon fine dovevo pagarlo 50mila euro. Io non sono un giudice, non so se è corruttela”. E il controesame continua chiedendo di un magistrato, secondo quanto dichiarato da Mantella corrotto, un magistrato requirente, attualmente in servizio a Catanzaro e il collaboratore sempre in base “ai sentito dire” afferma: “Francesco Scrugli mi ha detto che dovevo dare 30mila euro, perché attraverso un avvocato si arrivava a questo giudice, così potevo andare agli arresti domiciliari. Io non mi sono interfacciato con nessun giudice, so solo di aver sborsato 30mila euro ed effettivamente ho beneficiato dei domiciliari. Non ho corrotto nessun giudice”.

Le contraddizioni del pentito

Il legale continua ad incalzare il pentito chiedendogli l’ammontare del suo patrimonio nel 2016, quando Mantella decise di collaborare, ma il pentito replica in maniera confusa, prima afferma “non avevo niente, nulla, mi avevano confiscato un patrimonio di 6milioni di euro” poi sostiene: “mi mandavano pensierini, giubbini, scarpe, qualche migliaia di euro”. Un’affermazione smentita da un verbale letto in aula dal legale: “Lei ha dichiarato che le hanno garantito anche sostegno economico, fior di milioni, 4, 5, 6mila euro al mese, macchine a disposizione”. E l’ulteriore replica di Mantella alla lettura del verbale di Staiano, ha lasciato inevasa la domanda, facendo riferimento ad un periodo in cui non si era ancora pentito: “Quando ero in attività io mi sono spacciato per un morto di fame per non essere intercettato, ho pagato periti e avvocati per essere scarcerato”.

L’incontro tra Pittelli e Razionale e la scarcerazione di Gasparro

Il controesame è proseguito su Saverio Razionale e sui suoi rapporti con Giancarlo Pittelli, Mantella ha sostenuto che il primo ha incontrato il secondo in una casa in Austria, abitazione che secondo gli esiti del catasto tavolare Pittelli non ha mai avuto, così come non risulta proprietario alcun suo familiare. “Non pensa- chiede Staiano- che Razionale le abbia mentito? Siccome questa casa non c’è, ha la sensazione che queste persone la stessero strumentalizzando?” E Mantella: “ Le sensazioni le tengo per me, mi attengo ai fatti, derivanti da quello che Razionale mi ha detto”. Un’ altra vicenda ha riguardato  la scarcerazione di Gregorio Gasparro, tirato fuori dalle sbarre “grazie all’intervento di Giancarlo Pittelli”, ma c’è qualcosa che non torna, a partire dal nome del giudice, che all’epoca dei fatti rivestiva il ruolo di pubblico ministero, quindi “non aveva il potere di scarcerare nessuno e non era gip e nemmeno presidente del Tribunale della Libertà”. Il controesame di Staiano al quale seguirà quello dell’avvocato Guido Contestabile, entrambi difensori dell’imputato Giancarlo Pittelli, è stato aggiornato a data da destinarsi, non senza l’accoglimento da parte dei giudici del collegio dell’istanza dei legali di audire il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio, che a Salerno avrebbe reso dichiarazioni pesanti contro alcuni magistrati.

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