Il filone principale di “Rinascita Scott”, il maxi processo contro la ‘ndrangheta vibonese, è ormai agli sgoccioli. Lunedì prossimo i cancelli dell’aula bunker della zona industriale di Lamezia Terme riapriranno i battenti dopo la breve pausa estiva. Partirà l’ultima settimana di discussioni e il calendario piuttosto fitto prevede udienze ad oltranza fino a sabato due settembre dinnanzi al Tribunale collegiale di Vibo presieduto da Brigida Cavasino. Si ricomincerà con le ultime posizioni dell’avvocato Diego Brancia e si proseguirà con le attese arringhe degli altri due avvocati difensori di Giancarlo Pittelli, uno degli imputati più importanti. Il 30 agosto prenderà la parola l’avvocato Salvatore Staiano e il giorno dopo toccherà al suo collega Giandomenico Caiazza. Non si esclude che proprio in coda alle arringhe dei suoi legali possa decidere di fare spontanee dichiarazioni lo stesso Pittelli. Nella stessa giornata prevista la discussione dell’avvocato Giuseppe Di Renzo per Francesco Barbieri, Maurizio Artusa, Salvatore Morelli e Domenico Tomaino. Tra gli avvocati chiamati a concludere le proprie discussioni figurano anche altri due storici avvocati del foro di Vibo, Giovanni Vecchio e Vincenzo Gennaro, quest’ultimo difensore, tra gli altri, di Domenico Bonavota, Vincenzo Barba e Paolino Lo Bianco.
La sentenza in autunno
La sentenza in autunno
Concluse le arringhe, il collegio giudicante si prenderà una pausa di circa un mese nel corso della quale valuterà intercettazioni, verbali e tutta quella mole di documenti che in questi due anni e mezzo è finita agli atti del maxi processo. Ai primi di ottobre le eventuali controrepliche dell’ufficio di Procura e poi la camera di consiglio. Un paio di settimane prima del verdetto finale. “Rinascita Scott” volge dunque al termine in tempi record. La prima udienza si è infatti tenuta nel gennaio del 2021. Da allora oltre cinquecento udienze in due anni e mezzo e una maxi-requisitoria di un mese al termine della quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha invocato quasi cinquemila anni di carcere per gli oltre trecento imputati che hanno scelto il rito ordinario. Alla sbarra sono finiti i clan Mancuso di Limbadi e Nicotera, Lo Bianco-Barba, Pugliese, Pardea-Camillò-Macrì di Vibo Valentia, Accorinti di Zungri, Bonavota di Sant’Onofrio, Cracolici di Maierato e Filogaso, Mazzotta di Pizzo Calabro, Barbieri di Cessaniti, Fiarè-Razionale-Gasparro di San Gregorio d’Ippona, La Rosa di Tropea. Il gotha della ‘ndrangheta vibonese per il quale il procuratore Gratteri e suoi sostituti Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso non hanno fatto sconti. Appena tredici le assoluzione chieste, tre le prescrizioni e pene pesantissime invocate per i presunti capi delle cosche vibonesi: 30 anni a testa per i fratelli Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota. Stesse condanne chieste per i presunti boss di Vibo Salvatore Morelli, Paolino Lo Bianco e Rosario Pugliese, alias Cassarola, e per quello di San Gregorio Saverio Razionale. Mano pesante anche i politici: l’ufficio di Procura ha chiesto 18 anni di reclusione per l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, 20 anni per l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, 5 anni per l’ex consigliere comunale Alfredo Lo Bianco e 4 anni per l’ex assessore comunale di Vibo Vincenzo De Filippis. Gratteri, affiancato dai suoi sostituti (c’era anche Andrea Buzzelli), ha chiesto 17 anni per l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli, uno degli imputati principali del maxi-processo, 15 anni per l’avvocato Francesco Stilo, 18 anni per il carabiniere Antonio Ventura, 17 anni per l’ex agente dei servizi e sottufficiale della Finanza Michele Marinaro, 6 anni per l’ex comandante della Polizia Locale di Vibo Filippo Nesci. Le richieste di pena vanno da uno ai trenta anni. Pugno duro nei confronti degli imprenditori accusati di collusione con la ‘ndrangheta vibonese. Così la Dda ha richiesto 29 anni per Mario Artusa, 26 anni per il fratello Umberto Maurizio e per Gianfranco Ferrante, ex titolare del Cin Cin Bar, 22 anni Mario Lo Riggio, 19 anni per l’ex vice presidente della Vibonese Francesco Michelino Patania. L’estate di “Rinascita Scott” si è sviluppata con le discussioni del nutrito gruppo di avvocati che compone il collegio difensivo. La prossima settimana gli ultimi fuochi d’artificio e poi la lunga attesa verso la sentenza che arriverà non oltre l’autunno.
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