“Pittelli è il pavone contro cui tutti stanno sparando. Cosa significa mettersi a disposizione della ‘ndrangheta? Non vuol dire nulla. O vogliamo semplicisticamente ritenere per tenere in piedi un concorso esterno, che assumendo, in qualità di avvocato, l’incarico di Luigi Mancuso, il Supremo, Pittelli avrebbe voluto rafforzare la ‘ndrangheta? No, non c’è il dolo, né la volontà di rafforzare il clan di Limbadi. Certo che aveva saputo che l’avrebbero arrestato, stiamo parlando di un senatore, aveva conoscenze particolari con autorità clericali. I suoi canali li aveva, perché era una persona importante e come tutte le persone autorevoli, che rivestono ruoli di una certa levatura, ha le sue conoscenze”. Fermo, lucido, l’avvocato Salvatore Staiano, che ha concluso la discussione, dopo gli interventi degli avvocati Guido Contestabile e Gian Domenico Caiazza, citando una sfilza di sentenze della Cassazione nella sua arringa, si rivolge nell’aula bunker di Lamezia, ai giudici del collegio, chiedendo di valutare con estrema cautela la posizione del noto penalista Giancarlo Pittelli, (presente alla discussione), imputato nel processo Rinascita Scott, dimostrando, a suo avviso, l’inesistenza del concorso esterno in associazione mafiosa, la rivelazione dei segreti di ufficio aggravata dalla mafiosità e l’abuso di ufficio, accuse contestate dalla Dda di Catanzaro all’ex parlamentare di Forza Italia.
Il processo fondato sui sospetti
Il processo fondato sui sospetti
Un processo, quello di Pittelli, fondato sui sospetti secondo la difesa e Staiano chiarisce il significato del termine sospetto: “non si tratta di una congettura, il sospetto è un fatto, non una costruzione mentale avulsa dalla realtà, ma non ha vocazione probatoria, a differenza dell’indizio”. E nella sua arringa non risparmia i collaboratori di giustizia, smontando le dichiarazioni di alcuni di loro, primo fra tutti quelle di Andrea Mantella, ex boss scissionista, ponendosi una domanda e offrendone anche la risposta: “Come ci si difende da un collaboratore di giustizia? La prima difesa è la disarticolazione dei suoi contenuti enunciativi. Bisogna anche pensare ai benefici economici che riceve un collaboratore di giustizia e dovete tenerne conto giudici. La struttura sistemica del codice di procedura penale è asimmetrica ed è a vantaggio dell’imputato non della Procura, il ragionevole dubbio non è un principio, ma una regola conseguenziale alla struttura asimmetrica del codice di procedura penale, solo un cretino può dire che è un principio”. Staiano nella sua concretezza va al sodo e chiede al collegio di applicare le norme codicistiche, attraverso un’attenta lettura degli atti: “Voi giudici dovete avere un approccio favorevole all’imputato non distorsivo dei contenuti asimmetrici della struttura penale. Se non si comprende questo, non si può essere bravi giudici. Se voi mi diceste ‘siamo giudici garantisti’, io direi che il processo finirebbe male, io voglio che applichiate il sistema processuale penale, che assicura un ambito di tutela a chi è sottoposto ad una accusa”.
“Quei collaboratori di giustizia dichiaranti a buon prezzo”
Oltre due ore di discussione sulla posizione di Pittelli, messo alla gogna da alcuni collaboratori di giustizia e definito un corruttore: “Quando trovate inediti in Mantella e lui è prodigo di questo sterminato dire, sono atti a sorpresa, come le esecuzioni ai tempi dei nazisti o di altri pentiti, il codice di procedura penale vi impone una risoluzione positiva per colui il quale subisce delle dichiarazioni. E su questo c’è poco da discutere, perchè si tratta di cardini di valutazione interiorizzante i contenuti che non hanno la possibilità di godere di predicazione di fattualità. Alcuni di loro sono dichiaranti a buon prezzo, altri di un’onestà disarmante, sono forse l’unico avvocato in Italia che ha avuto il coraggio di dire, in questo e in altri processi, che non c’è nulla di peggio che essere un mafioso e allo stesso modo dico che in questa aula il 60-70 per cento dei pentiti meritano il mio ossequio, perché hanno dimostrato di essere corretti”. Ma altri no e continua a soffermarsi su Mantella, da lui definito uno dei suoi migliori clienti: “gli volevo bene, la vita è strana”, facendo riflettere i giudici sulla poca credibilità delle sue affermazioni, ma li ha richiamati anche alla coerenza e all’applicazione della norma costituzione ‘la legge è uguale per tutti’.
Le presunte corruzioni smentite dai fatti e le “ammonizioni” al collegio
“Noi abbiamo la vicenda di Mario De Rito, rispetto al quale Mantella afferma che l’avvocato Franco Loiacono pretendeva soldi perché aveva mescolato le carte in Cassazione, che ha dato soldi a morire a Davigo e voi avevate il dovere di mandare Loiacono e Davigo a Salerno. Ha detto che Pittelli ha pagato i magistrati Bianchi, Falvo e ha corrotto anche Carnevale. Mantella è intelligentissimo, le sue impennate di cattiverie mi confondono, ma quando dice che si è interessato qualcuno perché Loiacono avesse i soldi da Da Rito e la ragione non era il compenso professionale, ma la sua particolare bravura ad avvicinare un giudice in Cassazione, voi capirete che basta dire il nome Davigo per affermare che questa è una fandonia quanto una casa. Nella vicenda Asterix Mantella parla di 30mila euro per corrompere il giudice Bianchi che ha costruito con Curcio la distrettuale di Catanzaro, Giancarlo Bianchi che ha davvero rischiato la vita, un uomo incorrutibile, mandatelo a Salerno insieme a Pittelli”.
Il richiamo all’imparzialità dei giudici
Delle due l’una secondo Staiano, o Mantella non sa cosa dice (ironizzando ndr) o le sue sono dichiarazioni false e la posizione di Mantella si “depaupera di un elemento fondamentale, perché il cuore del processo qui non è Luigi Mancuso ma Giancarlo Pittelli”. L’avvocato difensore del noto penalista di Catanzaro passa in rassegna altri casi di tentata corruzione che non hanno trovato riscontro nei fatti e alza il tono della voce, richiamando i giudici all’imparzialità: “Mantella afferma che Daffinà aveva dato i soldi a Bianchi, ma di fronte ad una dichiarazione del genere, ma perché non mandate Bianchi a Salerno, solo Pittelli deve andare a Salerno, solo Petrini che non ha nemmeno avuto il coraggio di dire la verità in questo processo? A noi non giova che non abbia risposto Petrini, però formalmente non è possibile parlare di Petrini quando nemmeno un rigo è entrato di Petrini nel processo. Le lezioncine non dovete darle solo agli avvocati, ma a tutti perché siete terzi imparziali, i doveri ce li avete verso di noi e verso gli uffici di Procura, doveri di chiarezza redarguitrice. Poi c’è la vicenda Nuova Alba, Lo Bianco si è comprato medici, giudici e verosimilmente anche il Papa, Lo Bianco viene mandato agli arresti domiciliari perché lo chiede la direzione sanitaria del carcere, se ne va a casa e chi lo mette fuori? Falvo. Ma mandatelo a Salerno. Dite che Mantella è meglio di me che ho avuto tantissime archiviazioni, oppure affermate che Mantella è un disonesto”. Smentisce la presunta corruzione di Pittelli con il giudice Carnevale: “era stato sospeso, quindi non poteva essere così” e continua ad incalzare: “Sparare su cui è stato in coma è una cosa facile, come sparare sulla Croce Rossa. Razionale avrebbe concordato con Pittelli di fare uscire il nipote Gasparro dal carcere, con il contatto diretto con il giudice Pasquin, fatto documentalmente smentito. Ma ci rendiamo conto? Pasquin ha fatto a pezzi Razionale, il nemico più tosto di Razionale era la Pasquin. Allora da questa cosa dovete ricavare giudici o che Mantella non capisce quando gli parlano o che è un truffaldino. Come una margherita, tira, tira tira, cosa resta? L’impossibilità di andare ancora avanti e di presagire m’ama non m’ama”.